1. La Scema


    Data: 25/02/2020, Categorie: pulp, Autore: senzaidentità, Fonte: EroticiRacconti

    Marta era una scema.
    
    Era tutta scema.
    
    Questo a me e agli altri compagni era stato chiaro, a partire dalle prime volte in cui la vedevamo venire a scuola con sua mamma, un’agile signora lontana dalla quarantina che si tirava appresso quella ragazzina piena, dal volto roseo e liscio. Portava quella faccia incorniciata in un fiume di capelli di cioccolata e il naso lo teneva all’insù per principio.
    
    Tanto che in principio inciampava e finiva a terra ogni due per tre e gli strilli della signora che se la trascinava sfondavano i timpani ad ognuno.
    
    Le risate che seguivano poi li risanavano.
    
    Era scema ma fino ad un punto...
    
    Un giorno si doveva giocare ad una roba tipo pallavvelenata, logico che una che non sa quasi camminare non riesca a correre senza razzolare per tutta la palestra e poi la riluttanza degli altri a star con lei l'aveva spinta a ritagliarsi un angoletto di materasso su cui passava tutte le ore di educazione fisica.
    
    La sua timidezza, il portamento impacciato, quella brillantezza acqua e sapone che manteneva per restare anonima…. Tutte caratteristiche che mi attiravano al massimo.
    
    Quella mattina ci fu una svolta tuttavia.
    
    Io non ho nulla di cui vantarmi, forse non ho mai fatto una sola cosa bella ma sono sempre stato un confidente apprezzato e comprensivo e penso che io da solo non le dissi mai che era una scema.
    
    Eravamo già cresciuti eh...
    
    Abbastanza.
    
    Gli occhi di Marta erano passati dall'azzurro limpido puerile ad un grigio ...
    ... mesto che se possibile la facevano ancor più carina del normale.
    
    Sua mamma per levarla dalle continue prese per i fondelli la curava come una perla.
    
    Sopra a quegli occhi le toglieva le sopracciglia senza forma e disegnava al loro posto archi simili a certi di cui ci lesse un giorno il nostro professore d'italiano.
    
    Un uomo elegante con un fisico che gli invidiavamo malgrado la sua età.
    
    "Non è un ladro... Gli occhi miei lo hanno trafitto con l’arco delle sopracciglia..."
    
    Ci leggeva una fiaba araba e ogni tanto di sotto gli occhiali mandava sguardi compassionevoli alla povera Marta che cercava a tutti i costi di seguire la lettura col dito.
    
    Eppure non si sa perché il libro le scivolava e cadeva ogni volta che lo toccava.
    
    La scema non se ne accorgeva ma quella stronza che le sedeva di fianco glielo spingeva via appena lei non guardava.
    
    E noi altri si rideva... Si rideva... Quanto eravamo cattivi.
    
    Solo che la colpa non era tutta nostra.
    
    Ogni volta che tornavo a casa e mi liberavo dello zaino e del giubbotto sentivo i miei chiedermi come stavano Tizio e Caio e immancabilmente che cosa di nuovo aveva combinato la scema.
    
    "Ma sua madre è tanto svelta che pure stamattina mi ha fregato a darmi il resto. Da dove l'avrà tirata fuori una creatura ritardata come quella…. Ventimila lire per una pianta di rose mezza appassita mi stava facendo pagare… Dio bello."
    
    Erano le parole con le quali mio zio accompagnava i denti della forchetta infilzati nei ...
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