1. La selezione


    Data: 24/02/2020, Categorie: Etero Lesbo Autore: Mentat, Fonte: RaccontiMilu

    Guardo le immagini sul monitor del mio computer. All’interno di due finestre distinte sono visualizzate le riprese di due telecamere a circuito chiuso, entrambe si riferiscono alla stessa stanza. In una è possibile vedere la mia superiore, nell’altra la fila dei candidati di fronte a lei. Filmiamo tutte le selezioni, e le registriamo per poi riesaminarle ed essere sicure di aver fatto la scelta giusta. A un cenno concordato, faccio entrare il candidato successivo a quello che ha appena sostenuto il colloquio preliminare.
    
    Lei gli sottopone una breve serie di domande, e poi lo fa accomodare in fila insieme agli altri. Io, nel frattempo, osservo come si comportano quelli che hanno già risposto al questionario in precedenza.
    
    Di fronte a me c’è l’ultimo candidato, quello che quasi sicuramente verrà scartato. Per questo è rimasto per ultimo. Prendiamo sempre delle informazioni preliminari prima di operare la selezione, e in base a queste decidiamo l’ordine dei candidati. Il candidato di fronte a me sembra tranquillo. Solo la sua respirazione tradisce un minimo di tensione, nel modo in cui ogni tanto trattiene per alcuni secondi il fiato per mantenere una sensazione di controllo sulle proprie emozioni. Ormai ho imparato a fare caso istintivamente anche a questi dettagli, senza doverci prestare attenzione intenzionalmente. Un po’ come per respirare: non ci si pensa, è automatico.
    
    Torno a guardare il monitor, e mi accorgo che uno dei candidati nella fila sembra nervoso, il ...
    ... terzo da sinistra. Ne prendo nota mentalmente. Ecco, il colloquio col penultimo candidato è terminato. La mia superiore prende alcuni appunti, e poi arriva il cenno.
    
    ‘ Può andare, ‘ dico all’ultimo candidato, indicandogli la porta in cui entrare. ‘ C’è un ampia anticamera in cui può lasciare i suoi vestiti, lì nessuno li toccherà. Si presenti scalzo, con addosso solo la biancheria intima.
    
    Il candidato mi rivolge un cenno di assenso, ma non dice una parola. Si avvia verso la porta esitando solo un attimo a muovere il primo passo. Avevamo visto giusto, quella esitazione sarebbe già sufficiente per scartarlo. Tuttavia la mia superiore è una persona estremamente meticolosa, e lui verrà sottoposto comunque alla selezione come tutti gli altri.
    
    Dopo un paio di minuti, il candidato entra nella stanza. Indossa dei boxer piuttosto larghi, che gli si sono infilati in maniera vagamente comica tra le natiche. Si accomoda di fronte alla mia superiore, e risponde alle sue domande. Si ingobbisce leggermente per protendersi verso di lei, che se ne sta seduta a un tavolo di fronte al quale non c’è nessuna sedia per l’intervistato. Lui cerca di fare l’indifferente, ma c’è della tensione che rende rigida la sua schiena. E quei piedi proprio non ne vogliono sapere di sostenere il suo peso, vorrebbero portarlo altrove.
    
    Finito il breve colloquio, la mia superiore scrive le sue annotazioni circa l’ultimo candidato. O forse fa solo finta, non c’è nulla da scrivere in realtà. Poi mi rivolge ...
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