1. Architettura Cinese


    Data: 16/02/2020, Categorie: Etero Lesbo Sesso di Gruppo Autore: Ezechiele, Fonte: RaccontiMilu

    Era da tempo che desiderava quell’incontro e finalmente raggiungeva il ristorante cinese con sotto il braccio il suo libro di architettura; la cameriera gentile ed accondiscendente, come al solito, la invitò a sedersi.
    
    Mentre sbrigava le ultime faccende intorno ai tavoli, continuava a sorriderle e l’architetto non si sorprese quando vide arrivare al suo tavolo il cameriere che non parlava italiano (ma che aveva già visto più volte) portarle un bicchierino in ceramica di riso e una bottiglietta di sakè ancora caldo.
    
    Avrebbe voluto o dovuto rifiutare ma, un po’ perché non sarebbe mai riuscita a spiegare che non aveva ancora mangiato e che era appena arrivata da una seduta di yoga, un po’ perché non voleva mostrarsi scortese con quella gente ipergentile, si versò assaggio di bevanda; l’impatto con lo stomaco ebbe l’effetto di una fucilata.
    
    Incominciò così a sfogliare il suo libro di architettura pieno di ideogrammi; veramente più che un libro di architettura sembrava un trattato di filosofia orientale con esempi sì di case e interni architettonici, ma anche anzi in maggior parte costituito da immagini di vita quotidiana e filosofie varie, tecniche di rilassamento, massaggio etc. etc.
    
    Si accorse del fatto che sfogliarlo in quell’ambiente era ancora più piacevole e farlo mentre sorseggiava la bevanda ormai tiepida mentre il locale andava svuotandosi e tanti occhi a mandorla le sorridevano le dava una sensazione di ebbrezza rendendola sempre più leggera ed ...
    ... allegra.
    
    La cameriera cinese era, come sempre, carina nella sua tenuta orientaleggiante, come sempre attillata, un body trasparente chiuso fino al collo nascosto da una camicia di cotone sottile, la classica mini a tubino nero finiva di disegnare le sue forme equilibrate e sinuose; mentre si avvicinava al tavolo l’architetto si accorse di come fossero vestite in maniera simile anche se con colori diversi; anche lei aveva una mini nera ma solo una camicia bianca ed un reggiseno celava il suo corpo.
    
    La ragazza col più accondiscendente dei sorrisi le chiese di andare e la portò, non senza difficoltà, fino ad una piccola utilitaria di fattura orientale, il sakè stava facendo il suo effetto.
    
    Il viaggio fino alla casa della ragazza fu breve e senza scambi verbali, solo il gesto della pilota esotica di toccare un paio di volte la coscia nuda con una morbida carezza dopo aver cambiato marcia la indusse a qualche sorriso accondiscendente (in quel momento si fece largo nella sua mente l’idea che i sorrisi fossero contagiosi).
    
    Arrivando nel vecchio edificio la deformazione professionale colpì l’architetto che pensò ad un progetto di ristrutturazione ma il suo istinto professionale venne immediatamente bloccato dalla atmosfera orientale di tutto il fabbricato, era chiaro era una piccola chinatown italiana dove sulle porte erano strani segni e dalle stesse uscivano voci ed odori orientali in un misto di cibo, essenze e sudore che le fece accantonare qualsiasi idea di porre mano alla ...
«1234»