1. Vivere o niente


    Data: 16/02/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: scopertaeros69, Fonte: RaccontiMilu

    Lo scomparto del treno &egrave opprimente dal caldo, tale da far quasi bruciare la pelle vestita di quei jeans e quel maglione con il collo ad anello, che l’aveva circondata di tepore sulla banchina gelida mentre aspettava il treno e che ora pareva scottare.
    
    La mano meccanicamente era salita leggera a toccare i seni ancora indolenziti, solo una maglietta di cotone sotto, niente reggiseno, a indugiare con le dita sui capezzoli come a verificare che fosse davvero successo.
    
    Guardare allontanarsi nella campagna notturna, fatta di figure indistinte, sfrecciando verso una casa familiare, mura domestiche sicure, rifugio che ora sente quasi come una prigione.
    
    Scuoti la testa scacciando questo pensiero irrazionale, ti sistemi meglio sulla poltrona, un piccolo indolenzimento sul fianco e sul sedere.
    
    Il dolore, qualcosa da cui la gente normale, fugge scappa via, tu lo hai accettato, lo hai cercato, ed &egrave qualcosa che il tuo pensiero razionale fatica ancora ad accettare.
    
    Eppure sorridi in quella solitudine dello scomparto, sorridi della tua vergogna nello spogliarti dinanzi a lui, non era la prima volta che ti denudavi difronte ad un uomo, non era la prima volta che ti mostravi per finirci a letto, per dare te stessa in uno scambio di corpi dove ognuno si prendeva qualcosa dall’altro.
    
    Eppure…si ancora eppure, eppure questa volta era stato diverso, nuovo; lui ti aveva guardato spogliarti, denudarti senza fare nulla, come se non ci fosse traccia di eccitazione per ...
    ... quello che gli stavi offrendo.
    
    Ti sei vergognata, sentita esposta come mai in vita tua prima, i suoi occhi ti frugavano dentro, dietro quello sguardo compassato apparentemente indifferente, dentro di te avresti voluto infuriarti, ma non osavi.
    
    Per la prima volta nella tua età di donna adulta e avvezza all’intimità, ti sei sentita in bisogno di coprirti, quel gesto meccanico di schermarti seno e sesso con il braccio e la mano, con una noncuranza non provata, il lieve tremore, la pelle d’oca causati dal nervosismo.
    
    Ed ancora quegli occhi che accarezzavano ogni centimetro della tua nudità sino a spingersi sottopelle.
    
    Il momento in cui si &egrave alzato per venire verso te, il momento in cui ha alzato una mano per toccarti e hai usato tutto il tuo coraggio per non ritrarti, non perché non ti piacesse, non perché ne avessi paura… come se sapessi che una parte di te ti avrebbe lasciato per sempre a quel tocco.
    
    Eppure se ti guardassi ora riflessa in quel finestrino, con dietro la notte, vedresti il tuo mezzo sorriso negli occhi semichiusi mentre appoggi la guancia sulla spalla del caldo maglione.
    
    La lana &egrave diversa da quel tocco fermo e gentile, quella mano che aveva toccato con le dita il tuo collo con la curiosità di un bambino, stretta e colpita con la forza di un carceriere, carezzata con la tenerezza di un refolo estivo.
    
    Le tue mani si accarezzano i polsi ancora arrossati, un lieve fastidio, per un tangibile segno delle corde, le braccia protese in alto ...
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