1. Il camerino


    Data: 15/02/2020, Categorie: Etero Autore: Frank721, Fonte: Annunci69

    Un ringraziamento speciale a Pistolettata che ha ispirato questo racconto...
    
    Sono sotto casa di Elena da un paio di minuti in attesa che scenda, o che mi risponda al messaggio in cui le ho detto che ero arrivato. Mi vibra il telefono in tasca: “vieni su, non sono vestita ancora”. “E ti pareva…”. Scendo dalla macchina e mi avvio verso il portone di casa sua. Lo trovo già aperto e mi faccio due o tre rampe di scale fino al suo appartamento. Suono il campanello e la sento arrivare di corsa dai meandri della casa. La porta si apre e il mio cuore salta un battito. Ele mi compare davanti, bellissima, anche se non ancora truccata e vestita da casa. Indossa una felpa grigia a maniche lunghe un po’ lunga. Le sue cosce tornite e lisce sono fasciate da degli shorts così corti che la felpa li copre e sembra che dalla vita in giù non abbia niente. Per il resto aveva le gambe nude a parte un paio di calzini neri ai piedi e un elastico verde alla caviglia. Mi si avvicina e mi abbraccia dandomi un bacio sulla guancia.
    
    –allora dammi il tempo di vestirmi e andiamo, dai vieni- mi dice e mi fa l’occhiolino. Rimango un attimo sconcertato ma entro senza esitare. A parte lei non c’è nessun altro in casa. Passiamo per il salotto e la vedo dirigersi verso camera sua. Come sempre rallento e non la seguo ma lei si gira e con un sorrisetto strano mi dice –bè? Non vieni? Dai fammi compagnia. Così possiamo parlare mentre mi cambio…-. Rimango di stucco davanti a quella richiesta. Io ed Ele eravamo ...
    ... sempre stati buoni amici ma mai niente di più. Sicuramente non abbastanza da stare lì mentre si cambiava. Non che non ci avessi mai provato, quante volte in classe ero rimasto lì a fissarle il culo o a guardarle all’interno della scollatura. Ele è una ragazza stupenda, alta 1.60, capelli biondi, occhi azzurri mare, una terza di seno piena e un culetto che parlava. Quello stesso culetto che ora stavo fissando nonostante stessi combattendo questo impulso. Lei era lì in piedi a passare in rassegna il proprio guardaroba e io cercavo di guardare altro che non fosse il suo corpo. Senza guardarmi mi chiede –allora come ci arriviamo in centro?- -mah io ho la macchina ma trovare parcheggio a quest’ora è un incubo… Pensavo di prendere la metro fino in centro e da lì muoverci tranquillamente- le rispondo mentre la vedo un prendisole rosa senza spalline ed entrare in bagno, lasciando la porta socchiusa. –ok, va bene!- Non riesco a resistere alla tentazione e mi avvicino alla porta. La vedo girata di schiena, attraverso il riflesso dello specchio, che si toglie la felpa grigia buttandola da parte. Resta in pantaloncini e reggiseno fucsia che, dalle mie precedenti osservazioni, sapevo essere coordinato con un bel tanga. Ma velocemente lo sgancia e si toglie anche quello. Si gira a guardarsi allo specchio e io mi ritraggo per non essere visto. Ma lei non mi vede e io guardo ancora. La vedo ammirarsi allo specchio e palparsi una tetta con un dito che girava intorno al capezzolo. Mi mordo il ...
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