1. A lezione da una escort


    Data: 26/01/2020, Categorie: Lesbo Autore: Lizbeth Gea, Fonte: EroticiRacconti

    Da quella sera in discoteca non facevo altro che pensare a quei soldi guadagnati facilmente e a tutti quei vestiti che mi ero comprata con tale guadagno; ne volevo di più. Io vengo da una famiglia benestante, ma quelli erano soldi dei miei genitori e dovevo giustificare ogni mia acquisto.
    
    L’idea di diventare una escort di lusso era sempre più viva dentro di me. Nella mia testa stavano nascendo dei nuovi sentimenti: l’avidità e la lussuria. A essere sincera sono sempre stata lussuriosa, ma essere pagata per fare sesso mi ha fatto sentire desiderata.
    
    Ogni tanto, durante lo studio, vagavo su internet a spulciare siti di escort e mi chiedevo se potevo creare una pagina, ma non sapevo bene da dove iniziare. Improvvisamente notai una certa Eleonora, una bella mora formosa, nella sua descrizione c’era scritto che forniva prestazione pure alle donne. Di impulso afferai il cellulare, ma non chiamai. Giravo tra le mie dita quella diavoleria tecnologica come se fosse una trottola, poi mi decisi e telefonai.
    
    La telefonata fu imbarazzantissima, anche se lei si dimostrò gentile nei miei confronti, e mi diede appuntamento per quella stessa sera alle 22 e accettai.
    
    Appena riattaccai il primo impulso fu quello di richiamarla per disdire tutto, ma ovviamente, dopo qualche secondo di esitazione, infilai il cellulare in tasca.
    
    Passai tutta la giornata in attesa di quel appuntamento e mi cambiai almeno cinque volte, come ci si veste per andare da una escort? Optai per una cosa ...
    ... semplice, leggings neri, maglietta e gilet di pelle.
    
    Arrivai all’indirizzo, che mi era stato dato, con un’ora di anticipo, si sono una persona ansiosa e le novità mi agitano. Rimasi seduta in un bar li vicino, fino a quando non vidi un signore uscire dal portone, non chiedetemi il perché, ma dai suoi atteggiamenti, immaginai che fosse l’ultimo cliente di Eleonora.
    
    Sospirai, pagai il conto e mi diressi verso il condominio e suonai il citofono. Neanche il tempo di fiatare che una voce mi disse – “Tesoro, terzo piano la seconda porta a destra” – e il portone si apri.
    
    Presi le scale, facevo di tutto per perdere tempo, ma prima o poi dovevo conoscerla e affrontare quel momento.
    
    Bussai alla porta e lei mi apri semi nuda e mi baciò.
    
    “Scusami se non sono molto vestita, ma sai è tutta la sera che lavoro” – Poi spingendomi verso l’interno dell’appartamento – “Tu sei la tipa che mi ha chiamata oggi vero?”
    
    Non riuscivo a dire una parola quindi accennai di si con la testa.
    
    “Ora fammi una cortesia, lascia i 200 euro sul comodino e dimmi cosa ti piacerebbe fare”
    
    Appoggiai i soldi dove mi aveva indicato, c’erano un sacco di banconote in bella vista e la mia voglia di diventare una escort aumentò.
    
    Finalmente riuscii a parlare – “Ti dispiace se parliamo un po’?”
    
    “Per carità amore, tu paghi io faccio tutto quello che desideri” – e si sedette sul letto incrociando le gambe, intravidi la sue passera pelosa.
    
    Mi sedetti su una poltrona – “E’ da molto che fai la ...
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