1. Il fratello del nonno


    Data: 22/01/2020, Categorie: Incesti Autore: Pisellino, Fonte: EroticiRacconti

    La zio di mia madre, Il fratello di mio nonno, mi inculava di continuo. Era un tipo chiuso, un solitario, parecchio più giovane di lui, nato quando era già piuttosto grande.
    
    Mi aveva sempre preso in giro, dicendomi che ero una bambina piagnucolosa, che non avevo nulla del maschio, che mia madre si era sbagliata quando mi aveva fatto il pisello.
    
    Io gli rispondevo male, che era un maiale perché leggeva continuamente i giornaletti porno, lui diceva che gli dovevo rispetto.
    
    Dopo questo, quando ne aveva l’occasione si rivolgeva a me al femminile, qualsiasi cosa stessimo facendo, mia chiamava Mara, come una sua vecchia amante, frignona e presuntuosa, alla quale aveva fatto il culo “per principio”.
    
    La prima volta che mi coprì (uso il verbo coprire perché è così che diceva lui, è quello che fanno i maschi con le cagne), avevo diciotto anni o giù di lì, anche se ne dimostravo decisamente meno, minuto e glabro, eravamo soli in casa, lui lo sapeva ed è venuto, abitava a poche centinaia di metri. Insistette perché ci mettessimo comodi, io ero in mutande, cosa per me abituale.
    
    Disse che dovevamo andare in camera, metterci sul mio letto, lì c’era più fresco. Mi ritrovai steso sulla pancia, lui accanto a me.
    
    “Tu resta ferma, Mara, ti faccio una cosa”.
    
    Mi salì sulle cosce, a cavalcioni, bloccandomi.
    
    “E’ ora che ti dai da fare, Mara, che ti comporti come una brava bambina obbediente”.
    
    Mi abbassò le mutande, protestai flebilmente, ovviamente fu inutile.
    
    Fece ...
    ... colare un po’ di saliva fra le mie chiappe, appoggiò il cazzo sul buco del culo, mi afferrò le spalle e spinse. Un male cane, mi misi a piangere ma non servì a nulla, mi dibattevo, quindi si distese sopra di me per farmi stare fermo, fu facile, pesava il doppio.
    
    Mi entrò dentro profondamente, faceva su e giù rapidamente, incurante del dolore che mi provocava.
    
    Non mi aveva preparato, non aveva fatto nulla per predisporre il mio culo alla penetrazione, era entrato di prepotenza, lacerandomi.
    
    Mi disse di non lamentarmi che lo sapeva che lo prendevo nel culo, era vero ma nessuno dei ragazzi che mi inculava ce l’aveva grosso come il suo.
    
    Glielo dissi, mi rispose che era contento, gli piaceva farmi male.
    
    Per quanto spingesse non riuscì ad infilarlo tutto, troppo lungo e grosso, più in là non andava.
    
    Si muoveva rapidamente, ad ogni spinta una fitta lancinante.
    
    Andò avanti qualche minuto poi, improvvisamente, gridò, avvertii una sensazione di caldo umido dentro l’intestino.
    
    Restò fermo un attimo, poi si spostò, io rimasi lì, mi sentivo “aperto”, continuavo a piangere, bruciava ancora.
    
    La sborra colava oscenamente fuori, mescolata col sangue.
    
    Gli chiesi perché l’avesse fatto, lui rispose che l’aveva fatto perché gli andava, che avevo un bel culo, aveva voglia e siccome ero una femminuccia boriosa aveva agito di conseguenza. Mi disse anche che l’avremo fatto ancora, ogni volta che gli andava, di non dirlo a nessuno, perché ci sarebbero state delle conseguenze, ...
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