1. Una serata inutile – seconda parte


    Data: 28/12/2019, Categorie: Etero Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti

    La misura standard della birra in questo cazzo di posto è esagerata. Ne ho chiesto una piccola, me ne avranno dato mezzo litro e costa pure uno sproposito... A me in realtà servirebbe solo per togliermi dalla bocca il sapore dello sperma del palestrato. Poi ci ripenso. Ma no, è buona, fresca, sono sudata e ho sete. L’afa è insopportabile stasera. Vodka, canne, sperma, birra. Mando giù di tutto, sticazzi...
    
    Squilla il cellulare, è Serena che mi chiede dove cazzo sia finita. Io le faccio più o meno la stessa domanda e, solo dopo un paio di minuti, scopriamo che ci stiamo telefonando a non più di cinque-dieci metri di distanza come due cretine. E’ un punto in cui c’è molta gente, io non vedevo lei e lei non vedeva me. Quello che vedo invece, ma un po’ in lontananza, è il gruppetto del palestrato: lui, il bello, quella-che-ce-l’ha-d’oro e il fratello di quella-che-ce-l’ha-d’oro, l’Uomo di Neanderthal. Per un attimo temo che... ma no, mi dico, è molto difficile che stia raccontando tutto agli altri. Soprattutto per la presenza della ragazza. Il bello alza lo sguardo per caso e mi vede che li sto fissando. Mi fissa anche lui, con un’aria indecifrabile. Distolgo lo sguardo ma so benissimo che mi sta tenendo gli occhi addosso, chissà che cazzo pensa. Pensasse il cazzo che gli pare, mi dico.
    
    Serena è finalmente davanti a me. E’ sudata anche lei, sorride. I pantaloni di tela leggera appiccicati alle gambe. In questo momento sono più che certa che sotto non indossi nulla, la ...
    ... troietta. Vederla così, con la canotta stretta e quei pantaloni, i capelli neri tutti scarmigliati, mi fa un certo effetto. E poi, ve l’ho già detto credo, adoro il suo viso, adoro quello spazietto tra in due incisivi bianchissimi. Mi chiede che cazzo ho fatto e perché ho quella faccia. Naturalmente, prima mi difendo chiedendo che faccia ho, poi le dico che ho incontrato due vecchi compagni del liceo e che mi sono fatta una canna con loro. Lei dice “cazzo, una canna ti fa quest’effetto?”, io cedo un po’ e le concedo “ok, le canne erano due”. “E tu giustamente ci metti anche una birra sopra”, scherza indicando il mio bicchiere quasi vuoto prima di mettermi le braccia al collo e di poggiare sorridendo la sua fronte sulla mia.
    
    E’ vero, sono stordita. Non saprei più da cosa ma sono stordita. Anzi, una cosa la so: il suo odore sudato mescolato a quello del deodorante certo non mi aiuta. Inspiro forte, mi piace tantissimo.
    
    - Siamo senza macchina – mi annuncia staccandosi.
    
    - Nel senso? – domando.
    
    - Nel senso che Giovanna è andata via.
    
    - Come? Che cazzo significa “è andata via”?
    
    - Significa che è andata via e che noi siamo a piedi...
    
    - Ma dove è andata? Con chi? – le domando.
    
    - Non lo so, mi ha detto che andava...
    
    Lascia lì la cosa, non le credo. Più che la rottura di cazzo di essere rimaste a piedi mi allarma il fatto che, l’ultima volta che l’ho vista, stava con due tizi molto più grandi di lei e, non saprei spiegare perché, poco raccomandabili. Lo dico a ...
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