1. Non parlare al conducente


    Data: 25/12/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Sesso di Gruppo Autore: iprimipassi, Fonte: RaccontiMilu

    Odio l’estate e odio gli autobus. Va da sé che gli spostamenti ad agosto siano, per me, una vera tortura.
    
    Non l’ultimo, però.
    
    La prima avvisaglia che sarebbe stato un viaggio quantomeno gradevole la ebbi appena trovato posto in terza fila, vicino al finestrino sul lato destro del mezzo. Passarono solo poche decine di secondi prima che una ragazzina dall’aria agitata sedesse accanto a me.
    
    ‘Tutto bene?’, mi sincerai, preoccupato.
    
    ‘Si, tutto ok. Ma è la prima volta che mi sposto da sola fuori città, e avevo paura di perdere il bus o sbagliare corsa!’.
    
    La sua aria smarrita mi suscitò tenerezza e simpatia. Continuammo a parlare per un po’. L’ansia che l’attanagliava era resa evidente dalla sua eccessiva loquacità. Mi disse di avere da poco compiuto diciott’anni, poco più della metà dei miei, e di aver passato la giornata al mare da un’amica. Mi raccontò dei suoi genitori iperprotettivi e delle mille raccomandazioni che le avevano riservato. Mi parlò del liceo, dei suoi hobby, della vita tranquilla di un’adolescente con la testa sulle spalle.
    
    L’ascoltavo con interesse, era una piacevole compagnia. E, in più, chiacchierare aiutava lei a distrarsi, rilassarsi.
    
    Durante il dialogo mi sorpresi più d’una volta ad osservarla con particolare attenzione. I suoi lunghi capelli ondeggiavano ad ogni movimento; le sue labbra carnose calamitavano spesso il mio sguardo; il suo corpo dalle forme appena accennate emanava una delicata sensualità. Il suo vestitino lasciava quasi ...
    ... completamente scoperte le gambe e parte del busto, mostrando una pelle dall’incarnato pallido arrossata dal sole intenso di quell’afosa giornata.
    
    A colpirmi in modo particolare furono, però, i suoi occhi, castani come i capelli. Quando i nostri sguardi si incrociavano, dopo alcuni secondi tendeva ad abbassare il suo. Ma, ciò che mi sembrava di scorgervi prima che questo accadesse, era ben altro che non la sua apparente timidezza. Più che ingenua, sembrava timorosa di esporsi. La percezione dell’esistenza di un lato nascosto del suo carattere mi stuzzicò al punto di invogliarmi a giocare con lei.
    
    Feci in modo di farmi cogliere più volte nell’atto di sbirciare le sue gambe nude, il suo accenno di scollatura o anche, semplicemente, il suo volto mentre era assorta in chissà quali pensieri. Nell’accorgersi del mio interesse nei suoi confronti arrossiva leggermente, o distoglieva lo sguardo con un sorriso. Nessuna reazione che lasciasse trapelare fastidio, anzi.
    
    Dopo un’oretta, a circa metà del tragitto, la conversazione iniziò a farsi meno serrata. Lei appariva ormai completamente a suo agio, mentre la vettura, in principio piena di gente, cominciava a svuotarsi man mano che dalla costa s’inoltrava nell’entroterra. Anche l’atmosfera si fece più intima e tranquilla, grazie anche al sole che, tramontando, cedeva il passo alle luci soffuse della sera.
    
    ‘Hai detto che è la prima volta che prendi questo autobus, vero?’, le chiesi.
    
    ‘Si’, rispose, ‘Perché?’.
    
    ‘Io, invece, ...
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