1. Cadorna, stazione di Cadorna (capitolo 18)


    Data: 14/12/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Mister Pink, Fonte: EroticiRacconti

    ... forte un capezzolo il secondo poliziotto, la cui stretta ferrea dei capelli le impediva di muovere la testa -, da bambina non ti hanno insegnato che non si parla con la bocca piena?”.
    
    Il cazzo che spingeva in gola, la incapacità di respirare, le sculacciate che si alternavano con le spinte sempre più potenti del cazzo che la scopava, Silvia sembrava sull’orlo di impazzire, mentre rivoli di saliva colavano copiosi dalla bocca. Quando finalmente il poliziotto le permise di sollevare la testa, Silvia sembrò un subacqueo uscito troppo in ritardo dall’ultima apnea, con i respiri affannati che si mischiavano a colpi di tosse e alla saliva che le ornava le guance.
    
    Alle sue spalle il poliziotto aveva cambiato leggermente posizione, abbassando si leggermente e attirandola ancor più verso di sé, con il cazzo che a ogni colpo sembrava quasi volerla infilzare. Di fronte, invece, il suo collega si era preso il cazzo alla base e lo usava come una clava per mollarle violenti colpi sul volto, con la saliva che le impiastricciava ancor più la faccia. Ma non appena si fermò, Silvia come un’ossessa tornò all’assalto del cazzo, la lingua che famelica percorreva l’asta, la mano sinistra che accarezzava i coglioni gonfi, la bocca che baciava ogni centimetro di pelle, scendeva fino alle palle, le accoglieva, le risputava, per poi incominciare il percorso ...
    ... inverso verso la cappella sempre più gonfia e grossa. E quando il tragitto fu compiuto, ecco che la lingua andò a cercare il buchino da cui tra poco sapeva che sarebbe uscito il premio alla sua adorazione.
    
    “Mettiamoci più comodi” si dissero i poliziotti e quando un secondo dopo Silvia si ritrovò i buchi liberi le scappò un sospiro quasi di rabbia. Ma fu questione di un attimo, perché dopo avere spostato alcune carte, i poliziotti la fecero sdraiare sulla scrivania.
    
    “E adesso possiamo iniziare a divertirci davvero” le sorrise beffardo il secondo poliziotto, che questa volta si sistemò tra le sue gambe. Il primo invece, dopo averle preso tra le mani i seni, abbassò la testa e prese a leccarle i capezzoli, succhiandoli, mordendoli, tirandoli, mentre Silvia ormai persa nel suo mondo lussurioso gli accarezzava i capelli e la schiena, la testa che girava da una parte all’altra.
    
    “Cosa vuoi troia?” le disse il secondo poliziotto. E quando lei non rispose le diede uno schiaffo tra le gambe. Fu l’attimo del non ritorno. Con un guaito animale Silvia esplose, le gambe iniziarono a tremare incontrollate, mentre il bacino sussultava e spruzzi di piacere bagnavano la mano del poliziotto.
    
    “Falla tacere o tra un po’ qui arriva mezza metropolitana” disse il secondo poliziotto.
    
    E fu così che Silvia si ritrovò in bocca il terzo cazzo della giornata. 
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