1. Villa mirafiori


    Data: 04/12/2019, Categorie: Etero Autore: boy_rm, Fonte: RaccontiMilu

    Cavolo come piove.
    
    Era il mio terzo giorno di università, ero iscritto alla facoltà di filosofia di Roma, più precisamente presso Villa Mirafiori: una decadente costruzione con un fascino eterno e circondata da un malinconico parco.
    
    La pioggia aveva reso quell’angolo di mondo ancora più poetico di quanto già non fosse, in più rifletteva il mio stato d’animo. Non mi piaceva quella facoltà, lo avrei capito qualche settimana dopo.
    
    Attraversai l’arco all’ingresso e chiesi indicazioni sulla direzione da prendere per seguire la noiosa lezione di Storia della filosofia orientale, la signora alla banco rispose in maniera garbata ed un occhiolino: ” sei una matricola &egrave? ma vi fanno sempre più alti e belli ? ”
    
    risposi con un sorriso ed incolpando gli omogeneizzati.
    
    Non mi ritengo certo un adone, sono alto più di un metro e ottanta, faccio sport da quando ho memoria e diciamo che la mia parte preferita sono gli occhi, a detta di tante mie ex, uno spicchio di cielo. I capelli li ho castani chiari, spostati su un lato e molto corti ai lati, un taglio moderno si direbbe ora ma che io porto da almeno 10 anni.
    
    Entro nella struttura principale ed incontro poca gente, &egrave ancora presto ed i filosofi sono ancora nel letto a pensare a come va il mondo.
    
    Salgo due piani di scale e già mi distraggo e dimentico il numero dell’aula dove si sarebbe tenuta la lezione.
    
    Cavolo.
    
    Vedo una porta socchiusa, diamine che figuraccia sto per fare, busso.
    
    Non sento ...
    ... risposta però sento qualcosa provenire dall’interno, la mia curiosità da diciannovenne mi spinge ad infilare la testa nello spazio aperto.
    
    C’&egrave una donna seduta su un divanetto dietro alla cattedra, con la testa tra le mani.
    
    Sembra quasi dormire, poi un gemito, un singhiozzo. Sta piangendo.
    
    Non si &egrave accorta che sono entrato, esco e vado per la mia strada e ripenso alla disgrazia che avrà colpito quella povera donna.
    
    Proseguo cercando l’aula fin quando una sorta di bidello mi informa che il professore &egrave malato, ha avvisato poco fa.
    
    Lo ringrazio e maledicendo il mondo torno indietro,ripasso davanti all’aula di prima e la porta &egrave nella stessa posizione di prima, senza pensare lentamente entro.
    
    La donna sembrava una statua, era rimasta cosi nella sua posizione di estrema tristezza, ad intervalli di pochi secondi un singhiozzo la scuoteva. Rimasi ad osservarla forse per un minuto, poi tossendo mi feci notare.
    
    Alzo lo sguardo.
    
    Era bellissima, i capelli corvini e probabilmente lisci erano in disordine dandole un aspetto “casalingo” e dolcissimo, gli occhi di un verde smeraldo erano circondati dal trucco che le lacrime avevano fatto colare. Il naso e la bocca davano a quel viso sofferente una dignità imprevedibile. Avrà avuto 40 anni, ma le lacrime avevano dato una lucidità incredible ai suoi occhi.
    
    Mi guardò e mi chiese, con voce tremolante, se cercavo qualcuno.
    
    Si cerco un professore malato a cui dare il colpo di grazia.
    
    Tra le ...
«12»