1. Si torna a lavorare


    Data: 04/12/2017, Categorie: Tradimenti Autore: RSG69, Fonte: EroticiRacconti

    Mi scuso nuovamente per non riuscire a rispondere alle richieste così come a chi mi chiede delle foto ma sono talmente impacciata con la tecnologia che l’unica volta che sono riuscita a farlo non riuscivo più a cancellare sia la foto del mio seno che l’invio del messaggio … e poi mi vedo un po’ grassa ed ho paura che poi magari non piaccio più. Ultimamente ho anche difficoltà nello scrivere, riesco a farlo in ufficio a “tappe” perdendo un po’ l’ispirazione rispetto a quando posso farlo a casa posizionata nuda fronte computer.
    
    Lunedì rientro in ufficio col dubbio se stuzzicare subito o meno il collega incontrato sabato alla coop, ma a togliermi dall’impaccio della scelta ci ha pensato lui, come apro il monitor mi arriva un suo messaggio sulla chat interna “buongiorno, ti aspettavo, posso offrirti un caffè?”, senza esitazione ho accettato ed in pochi minuti ci siamo ritrovati al bar. La conversazione è andata sul nostro incontro del sabato, di come ero vestita sexy, ma il suo apprezzamento andava anche alla versione pudica del giorno: pantaloni classici aderenti stretti alla caviglia ai piedi un sandalo con il tacco di circa dieci centimetri, sopra a nascondere un reggiseno contenitivo che sosteneva le tette mettendone in evidenza le forme, un top con un leggero scollo a v coperto fino all’attaccatura delle braccia, lungo fino in vita tanto da lasciar intravedere la pelle della pancia a seconda dei movimenti, in effetti vestita così mi piaccio molto. L’incontro è molto ...
    ... piacevole, mi fa conoscere una persona spigliata nella conversazione e prodiga di complimenti chiaramente mirati ad assaporare le mie delizie. Torniamo ai nostri uffici lasciando intendere che la cosa non sarebbe finita lì.
    
    Una volta al mio posto ho lavorato ma il mio pensiero era rivolto ad altro: desideravo essere toccata e godere delle sue mani, scambiare effusioni con il collega quasi sconosciuto combattuta però da una resistenza di pudicizia irreale, di apparenza esterna perché sapevo bene cosa volevo. Verso metà mattinata, verso le undici, assecondata dalla poca gente presente nella mattinata (ma si sa, come a scuola, ci diamo una giustificazione per cercare di fare quello che vogliamo anche fosse una cazzata), lo chiamo e lo invito a venire nel bagno delle donne in fondo al mio corridoio fischiettando e bussando per farsi riconoscere. I nostri uffici sono situati in palazzine formate da lunghi corridoi dove su entrambi i lati si aprono le porte alle varie stanze, all’inizio una porta a vetri separa il corridoio dall’atrio, su una parte ci sono i bagni, dopo una prima porta ce ne sono altre tre, una per i disabili, una per gli uomini, una per le donne. Una volta raggiunto il bagno, mi sono tolta i pantaloni ed il perizoma mentre ho indossato nuovamente i sandali, mi sono tolta il reggiseno per poi indossare nuovamente il top. Al segnale convenuto ho aperto leggermente la porta rimanendone dietro facendo solo capolino per controllare che fosse realmente lui, lo accolgo ...
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