1. La Luna di Fiele: Torride Memorie


    Data: 09/11/2019, Categorie: Tradimenti Autore: Patrizia V., Fonte: EroticiRacconti

    Viaggiare in moto mi ha sempre dato un’eccitazione diversa, multiforme, avvincente. Specialmente quando guido in montagna, ad alta velocità...
    
    Innanzitutto, c’è il brivido della velocità. Poi l’adrenalina: ne sono drogata, e sentirmela fluire nel sangue mentre corro oltre i limiti di velocità mi fa sballare. Infine, ci sono il calore e la vibrazione del motore sotto di me: li sento fra le gambe, e mi mandano la fica in ebollizione.
    
    Quando smonto dalla moto ho sempre una voglia di scopare pazzesca.
    
    Questa volta poi, oltre a tutto il resto, ho anche la Giulia attaccata alle mie spalle, che mi tiene le tette schiacciate sulla schiena...
    
    Insomma, lo avete capito: sono in fregola.
    
    Che novità, direte voi, la Pat è sempre in fregola! Vero: ma stavolta lo sono di brutto.
    
    È anche colpa della nostra destinazione, e del motivo per cui siamo dirette là.
    
    Eva ha deciso di accompagnare Karin in Olanda: così, oltre a darle una mano per trovare casa vicino a L’Aja, avrà l’opportunità di rivedere zia Astrid (e soprattutto di far incontrare fra loro le mie quasi coetanee). A quel punto, visto che sarei rimasta da sola a bordo (a parte la schiava, ma io parlavo di persone), la Giulia ha pensato bene di anticiparmi un suo desiderio per il suo prossimo compleanno, e visto che si tratta del suo diciottesimo, mi sembra sacrosanto prenderlo seriamente.
    
    Ormai sono alcuni anni che le ho raccontato di come lei sia stata concepita durante il viaggio di nozze mio e del Mauri ...
    ... sulle Dolomiti, solo che non sono sicura di chi possa essere suo padre visto che (a parte il Mauri che sicuramente non è stato), di maschi validi me ne facevo due diversi quasi tutti i giorni.
    
    Bene: Giulia vuole scoprire chi sia suo padre.
    
    Un tantino imbarazzante per me, ma comprensibilissimo. Devo anche dire che tutto sommato sono curiosa anch’io di rivedere i posti, e magari anche i maschioni, di cui in effetti ho un ricordo abbastanza lusinghiero.
    
    Avevo ventiquattro anni. Ero una giovane selvaggia che mordeva il freno cercando di adattarsi alla nuova condizione di borghese sposata, ma non avevo le idee chiare su cosa volessi fare della mia vita. Avevo raggiunto tutti i miei obiettivi minimi: un lavoro sicuro, una bella casa in città, un marito benestante e una salute di ferro.
    
    Priva di modelli validi, dovevo per forza affidarmi ai cliché sociali del momento, e questi mi portavano a considerare di mettere al mondo un figlio prima di raggiungere la trentina, in modo da togliermi il pensiero, evitare problemi di linea eccessivi e poter poi pensare ad altro... Naturalmente di una cosa ero ben sicura: il bambino non volevo certo concepirlo contaminando il mio DNA con quello del Mauri. Non per razzismo, anche se io sono veneta purosangue mentre lui è un miscuglio improbabile pan-italico, ma perché lui era già pelato a vent’anni e a trenta mostrava un adipe in crescita e una muscolatura carente e peraltro in rapido deperimento; per non parlare della carnagione smunta e ...
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