1. Il Regno Oscuro - Capitolo 11


    Data: 08/11/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Menestrello00, Fonte: EroticiRacconti

    Non sapeva più da quanto tempo fosse lì sotto, nelle segrete del castello della Capitale. Era stato spogliato della sua armatura e trascinato lì sotto, rivestito di una grezza tunica marrone. La cosa più simile ad una cortesia riservata ai nobili arrestati. L’umidità riempiva l’aria e aumentava la sensazione di freddo che pervadeva il suo corpo. Una corta catena gli stringeva il collo, bloccandolo al muro con un pesante anello che sporgeva dal freddo muro di mattoni. Era stato incatenato lì, in un angolo, da ormai un tempo incalcolabile. Non era stato chiuso in una cella, ma era stato gettato in un angolo buio. Nelle segrete, scavate sottoterra, non vi era nemmeno uno spiraglio che mostrasse il sole o la luna, che desse idea dell’orario. Lorenzo cercava di calcolare il tempo che passava col numero dei soldati che si alternavano su Giulia. La ragazza era stata chiusa in una gogna rivolta proprio verso il Barone, in modo che i due potessero guardarsi. Il suo corpo tonico era nudo. Il suo capo biondo ormai cadeva verso il basso, ormai sfinita dalla stanchezza e da ciò che stava subendo. Sotto gli occhi di Lorenzo c’era la ragazza piegata dalla gogna che le bloccava collo e polsi e un soldato, alle sue spalle, che abusava di lei stringendole con forza i fianchi. Da quando erano stati rinchiusi lì, dopo essere stati imprigionati sul campo di battaglia, non avevano smesso nemmeno per un secondo. Una lunga fila di soldati che si perdeva dietro l’angolo del muro delle segrete ...
    ... attendeva il proprio turno. Con pazienza attendevano, nella loro armatura e con l’elmo integrale. Si scambiavano commenti volgari, umilianti. All’inizio lui aveva urlato di smetterla, che erano dei vigliacchi, ma loro lo avevano deriso. Alla fine si era rassegnato a contarli, per avere almeno un’idea del tempo che trascorresse. Era a 117.
    
    Giulia era ormai sfinita. Le facevano male i fianchi, che i soldati stringevano con forza per darsi maggiore spinta. Le bruciava la vagina, continuamente sfregata dai grossi e duri membri dei soldati che si alternavano senza sosta. Sentiva lo sperma scorrerle dall’inguine, in mezzo alle cosce, sui polpacci, fin sui piedi, per poi fermarsi in una pozza che ormai si era formata sotto di lei. Tutti glielo infilavano dentro, nel suo sesso ormai arrossato, e poi schizzavano in lei tutto il loro piacere. Alcuni l’avevano penetrata anche analmente, con una violenza intollerabile, con il chiaro intento di farla soffrire. Per fortuna erano stati pochi però. Tutti gli altri avevano preferito scoparsela e basta, umiliandola, chiacchierando tra loro, trattandola come un buco di carne per il loro piacere. Inizialmente le era quasi piaciuto. Aveva chiuso gli occhi ed aveva pensato di godersi il cazzo del soldato che se la stava scopando. Era grosso e duro, e la forza e la decisione con cui la penetrava la faceva eccitare. Anche il secondo era stato così. Conscia di non potersi opporre si era lasciata trascinare dal piacere. Poi il terzo. Il quarto! Pian piano ...
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