1. Come una vita può cambiare 16


    Data: 24/09/2017, Categorie: Etero Autore: Harael12, Fonte: EroticiRacconti

    NEL PAESE DEI MULINI
    
    Arrivò l’invito degli olandesi, con Daniela avremo passato tre giorni a Rotterdam, purtroppo non saremo stati soli, dall’Italia con noi sarebbero partiti il Direttore Commerciale e la sua assistente (secondo la Capa, anche nel tempo libero).
    
    Ci trovammo in sede centrale e partimmo in direzione dell’aeroporto, a bordo della lussuosissima Audi A8, il Direttore e Daniela seduti davanti e noi assistenti nei sedili posteriori; il viaggio in macchina fu all’insegna di complimenti sull’operato lavorativo tra i due responsabili e l’impegno a collaborare, per aumentare la buona impressione fatta con gli olandesi.
    
    Mentre parlavano guardavo l’assistente commerciale, devo ammettere che è una ragazza molto carina, non molto alta, vestita con un abbigliamento giovanile, ma di certo consono al ruolo, era intenta a scrivere dei messaggi, stava chattando con un’amica, la mia curiosità ovviamente ebbe il sopravvento, nel fingere indifferenza guardando il mio telefono, lessi che diceva che sarebbe andata con il suo capo a Rotterdam, la ragazza si complimentava per la fortuna, le disse inoltre di divertirsi e non fare troppo la diavoletta. L’intuizione di Daniela era forse giusta.
    
    Arrivati nei Paesi Bassi, trovammo fuori dal terminal un’autista con un cartello, ci aiutò con le valigie e ci fece accomodare sul Van, il viaggio verso l’azienda durò poco meno di un’ora, questa volta mi sedetti vicino alla Capa, potendola ammirare in tutta la sua sensualità.
    
    Nel ...
    ... suo abbigliamento da elegante donna di affari, indossava un tailleur nero, scarpe con l’indispensabile tacco e delle calze molto scure, me l’ammiravo, felice di poterla avere a mia disposizione, (o forse ero io quello alla sua mercé); mentre mi interrogavo su questo particolare pensiero, proseguivo a contemplarla.
    
    Ci portarono a visitare la loro azienda, era grandissima e con spazi ancora vuoti (erano in forte espansione), quando arrivammo dentro gli uffici, rimanemmo tutti basiti, tutto era nuovissimo e di ultima generazione, ma non esistevano uffici divisi, il personale era disposto in una grandissima open space.
    
    Chiedemmo al nostro Cicerone se tutte quelle persone non fossero infastidite dal suono continuo dei telefoni e del vociare dei colleghi, ma ci spiegò che i muri ed i soffitti erano rivestiti di una gomma fonoassorbente per l’assorbimento acustico e quindi non c’era un rimbombo delle pareti. Per di più essendo soppalcato, se uno avesse dei lavori particolari o delle piccole riunioni da svolgere gli sarebbe bastato salire al piano sopra e ritirarsi in una stanza.
    
    Salimmo sulla scala a chiocciola in ferro battuto, con un po’ di astuzia cedetti il posto alla mia Capa, così potei ammirare le sue gambe e il suo fondoschiena nei cinque metri che ci distanziavano dal piano inferiore, tutte le pareti erano in vetro e le stanze erano di diverse grandezze, da un minimo di quattro persone ad un massimo di dieci, passammo una porta tagliafuoco e ci spiegarono che stavamo ...
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