1. Gioie dell'autostop - 1


    Data: 22/10/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... appena riuscii a recuperare la piena padronanza.
    
    “Verso nord, da qualche parte. E lei dove va?”
    
    “Io posso portarti fino a ***.”
    
    “Perfetto”
    
    “Ma ad una condizione.”
    
    “E sarebbe?”, chiese con una nota come di ansia nella voce.
    
    “Che mi dai del tu.”
    
    “Me la cavo con poco, - scoppiò a ridere lui – ok, vada per il tu.”
    
    “Io mi chiamo Riccardo.”, dissi, tendendogli la mano.
    
    “Sergio”, fece lui e, dopo una leggera esitazione, mi strinse la mano.
    
    “Scusa, - fece arrossendo un po’ – sono sudato.”
    
    “E’ il minimo con questo caldo. – risposi – Di’ un po’, ma i pantaloni te li sei giocati in qualche bisca clandestina?”
    
    “Cosa? ah, no: li ho tolti perché era troppo caldo camminare con i jeans. E poi, così è più facile rimediare un passaggio. Perché, ti dà fastidio?”
    
    “A me? No, assolutamente.”
    
    “Ah, bene.”, fece lui, chinandosi a tirar fuori una bottiglia d’acqua dallo zainetto poggiato a terra davanti a lui.
    
    “A te, invece, non crea problemi?”
    
    “In che senso?”
    
    “Voglio dire, qualcuno potrebbe equivocare… e… e magari allunga le mani.”
    
    Sergio scoppiò a ridere di cuore.
    
    “Se a qualcuno interessa quello che vede, si accomodi pure!”
    
    Mi sentii un sudore freddo scendermi lungo la schiena. Non so come riuscii a staccare la destra dal volante e lentamente gliela poggiai sul pacco. Sotto il tessuto umido e caldo si sentiva la consistenza molle dei coglioni. Sergio sospirò e allargò ulteriormente le cosce, dando agio alla mia mano che lo esplorasse. ...
    ... Sentii che il cazzo cominciava a stirarglisi e cercai di infilare la mano sotto l’elastico del boxer, ma lui mi afferrò il polso.
    
    “No, - mormorò – non adesso.”, ma non mi allontanò la mano, anzi se la premette in grembo ancora più forte.
    
    “Ti sta venendo duro…”, dissi a mezza voce.
    
    “Te lo faccio succhiare, se vuoi.”
    
    “Sì, per favore…”
    
    Lo guardai: mi stava fissando con un sorriso malizioso.
    
    “Sei gay?”, mi chiese.
    
    “Non si è capito?”
    
    “Perché la gente risponde sempre con un’altra domanda? Sembra quasi che ci si vergogni.”
    
    “No, non mi vergogno, – feci, dandogli una leggera strizzata al pacco – e, sì sono gay. E tu?”
    
    “Grazie. Io sono etero.”
    
    “Etero?”
    
    “Ma mi piacciono i pompini!”, concluse con una risata.
    
    In quel momento scorsi sulla destra un boschetto di pioppi.
    
    “Che ne dici?”, dissi indicandoglielo con un cenno del capo.
    
    “Ok”, rispose, per nulla contrariato.
    
    Allora rallentai e imboccai una stradina sterrata che si inoltrava fra gli alberi. Andai avanti per qualche centinaio di metri, finché trovai uno spiazzo riparato, nel quale infilai la macchina. Così dovevamo essere abbastanza nascosti, anche se dubitavo molto che sarebbe venuto in mente a qualcuno di spingersi fin lì a quell’ora del giorno.
    
    Spensi il motore e mi voltai verso di lui. Gli tolsi il cappellino di paglia e ammirai i suoi capelli scomposti, gli occhi che brillavano eccitati, il sorriso sbarazzino…
    
    “Dio, quanto sei bello!”, mormorai estasiato.
    
    Il frinìo delle cicale ...