1. Milena 1


    Data: 07/10/2019, Categorie: Incesti Autore: Troy2a, Fonte: EroticiRacconti

    Io e mio marito siamo cresciuti nella stessa casa, anche se i nostri avrebbero dovuto essere due mondi inconciliabili. Lui era il figlio dei padroni: il commendator Stefazzi Giulio e sua moglie, la signora Dorotea. Io la figlia della domestica: Laura.
    
    Siamo cresciuti uno accanto all'altra: devo ammettere che i genitori di lui, del mio Carlo, non erano particolarmente attenti a mantenerci separati, anche se venivamo destinati a studiare in ambienti diversi.
    
    Carlo era un ragazzino bellissimo, con i lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri. Il suo fisico si sviluppava e modellava giorno dopo giorno, grazie all'intensa attività fisica. Io... Beh, anch'io ero una bella ragazza: crescevo alta più della media, bionda e occhi verdi. Andavamo molto d'accordo, noi due e spesso ne combinavamo qualcuna insieme. Ma gli anni passano e ci ritrovammo a non essere più bambini; i giochi persero la loro innocenza per cedere il passo a quelle ricerche che l'istinto ci comandava. Il primo bacio per me e per lui; poi carezze sempre più spinte, sempre più audaci, ma non mi chiedeva mai di essere la sua ragazza. Ed io non mi sentivo tale, anche se lo desideravo. Poi, un pomeriggio che giocavamo nel grande parco della villa con i suoi amici, mi dice:
    
    “Milena, perché non fai vedere a Giorgio come baci bene?”
    
    Mi si gelò il sangue nelle vene; lo guardai, ma la sua faccia non tradiva alcuna emozione- mi avvicinai a Giorgio e lo tirai a me, incollando le mie labbra alle sue e facendo saettare ...
    ... la mia lingua nella sua bocca. Feci durare a lungo quel bacio, poi, staccandomi gli chiesi se gli fosse piaciuto.
    
    “Wow!” fu la sua unica risposta.
    
    “Ma non vorrai che gli altri pensino che hai una preferenza per lui?” insistette Carlo.
    
    “Cosa vuoi che faccia?” gli chiesi.
    
    “Bacia anche gli altri, dai?”
    
    Non me lo feci ripetere e baciai gli altri tre, uno alla volta.
    
    “Brava!” mi disse lui, venendomi vicino ed abbracciandomi. Cercò di baciarmi, ma io non glielo permisi. Nella mia mente si materializzava il ruolo che potevo avere con lui: sarei stata la sua puttana.
    
    Così arrivò anche il primo pompino, la prima scopata. Ed ogni volta, poi, lui mi offriva agli altri. Per quanto mi sforzassi di uscire da quel ruolo, per quanto mi ripetessi che non meritavo di essere trattata così, lo amavo e lo assecondavo. Per dirla tutta, non è che mi dispiacesse scopare, ma speravo, volevo qualcosa di più dalla mia storia con lui.
    
    Arrivò la maturità e l'università: tutti e due a Milano. Lui alla Bocconi, io alla statale, ma abitavamo nello stesso appartamento, pagato dai suoi. Più di uno ci chiedeva se stessimo insieme ed io mi affrettavo a negare: non volevo dargli la soddisfazione di farlo lui.
    
    Una volta, durante le vacanze di Natale, mi chiamò:
    
    “Vieni! Ti faccio vedere una cosa.”
    
    Lo seguii fino alla camera dei suoi: la porta era aperta. Sua madre uscii dal bagno, con indosso l'accappatoio. Aveva appena fatto la doccia. Si mise di fronte allo specchio e lasciò che ...
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