1. Amplesso


    Data: 24/09/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Bollentispiriti, Fonte: RaccontiMilu

    ... godere, troppa dolcezza provavo nella mia gola riarsa che si abbeverava a quel nepente tumultuoso che mi affogava. Un languore, d’un tratto, mi ferì, scendendo lentamente fino al cuore, e non mi abbandonò più. Mi abbattei sulle sue spalle, accarezzando freneticamente i seni pendenti, l’addome convesso, stringendo i capezzoli. Ad ogni stretta la mia giumenta scartava, inarcando il groppone e scrollandomi di sella. Ben incollato a quei glutei meravigliosamente pregni della mia sostanza avvertivo sensazioni profonde che coinvolgevano entrambi.
    
    La mia Troia non mirava a disarcionarmi, ma a succhiare completamente tutto il nettare che un’ape può suggere dallo stame. Stimolava ancora quel punteruolo che selvaggiamente gli copulava le viscere.
    
    Quanto tempo trascorse nel triturarci vicendevolmente? Sbuffava anche la mia cavalcatura, si sbandava, non reggeva più il peso vescicoso del mio corpo svuotato. Tentava di riequilibrarsi allargando le gambe che tremavano per lo sforzo, finché non cadde di piatto sul letto, schiacciato dal fardello del mio peso. Lo sentivo sotto di me caldo, umido fra le cosce mentre il batacchio, ormai inutile, giaceva e non batteva più nella campana. Le meningi ...
    ... pulsavano, invece, attraversate da fiotti di sangue, stordendomi, come se suonassero a festa.
    
    Sopraffatti, non avevamo più forza né voglia di parlare, di guardarci, di scambiarci le carezze che pure avremmo voluto continuassero ancora sui nostri corpi. Umidi di sudore, sovrastavo la mia cavalcatura, ancora in groppa, non disarcionato, ma caduto con lei sul campo di battaglia. Rantolavo, ansimavamo per riprendere fiato. Poi scivolai giù dalla sella, boccheggiando, inane. Non avvertii più nulla!
    
    Il buio totale mi assalì. Al risveglio. Un sussulto. Temetti di essere sprofondato nell’Averno. Le tenebre mi avvolgevano, mentre la testa vuota mi danzava intorno come una zucca di Halooween. Avvertii un pugno nello stomaco. Avevo fame. Non potevo essere morto. La mano stringeva qualcosa di caldo. Capii cos’era. Provai a portarlo alla bocca, mentre gli occhi si rifiutavano di concedermi il loro aiuto. Solo il tatto mi era rimasto. Mi accostai e fui grato a quel che stringevo.
    
    Lo baciai, prima di spompinarlo con gusto, come fosse un gelato al forno, caldo, appena sfornato, servito dopo un lauto pasto. Un sospiro mi raggiunse. Lui mi teneva la testa, accarezzandomi i lobi delle orecchie. 
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