1. Giò-la ragazzetta vien dalla campagna (versione scritto)


    Data: 20/09/2019, Categorie: Etero Autore: Vandal, Fonte: EroticiRacconti

    GIO’-VERSIONE SCRITTA DE ‘LA RAGAZZETTA VIEN DALLA CAMPAGNA’
    
    Giò era felice. Amava correre tra i campi accompagnata dal volo delle farfalle e il frinire dei grilli. Nel suo vestito viola a fiori bianchi, le sue scarpette alla Dorothy, il cappello di mamma calcato sulla testa, saltava e cantava senza pensieri per la testa.
    
    Aveva preso la strada che costeggia il canale, per poi inoltrarsi per un sentiero più stretto che passava tra risaie e campi di granturco.
    
    Uscita da una fila di mais, mise un piede in fallo e rovinò catastroficamente a terra, sporcandosi il bel vestito di fango ed erba “Oh, miseriaccia!” esclamò tirandosi su e contemplando i vestiti sporchi “E adesso” Benché avesse superato di qualche anno l’età dell’adolescenza, Giò possedeva una voce sottile da bambina capricciosa. Sembrava sempre una bimba in procinto di fare un capriccio e pestare i piedi. Una versione moderna di Pippi Calzelunghe
    
    Si guardò rapidamente intorno e notò una casetta in pietra, al limitare di un filare d’uva. Non era inusuale trovare dell’uva anche i pianura. E non era inusuale imbattersi in quel tipo di casette tra i campi, retaggi d’epoca di quando i contadini, andando per campi, riposavano lì, con i loro attrezzi da lavoro, coltivando piccoli ori, rimanendo in tranquillità con la pace della campagna.
    
    Giò s’incamminò verso la casetta di pietra. Zoppicando, sfiorò le viti appena mature e ne saggiò qualche chicco. Decise che, se ne avesse preso un grappolo e portato a casa, ...
    ... nessuno se ne sarebbe accorto.
    
    C’era un filo di ferro appeso ad un chiodo arrugginito, teso fino ad un paletto di legno. Giò, guardandosi rapidamente in giro, si levò i vestiti, rimanendo nuda al sole del pomeriggio e li stese ad asciugare dopo avergli dato una strigliata con dell’acqua, trovata lì in un bacile di acqua piovana.
    
    Fece due passi all’indietro a contemplare i vestiti e rimase ferma, occhi chiusi, ad assaporare quel momento in cui il sole le accarezzava la pelle e un vento debole strisciava sul suo corpo, facendola eccitare.
    
    Sapersi lì, nuda, in mezzo alla campagna, senza che nessuno se ne accorgesse: “Miao” Giò sussultò. Un grosso gatto arancione sbucò dalla porticina della casetta e le andò a strusciare sulle gambe
    
    “Ciao micio” si chinò ad accarezzarlo” e tu da dove sbuchi?”
    
    Poi sentì un gemito, forse umano, che proveniva dalla porticina aperta. Cautamente si avvicinò, incerta se proseguire o meno. Il mugugno si ripeté.
    
    Allora Giò, incurante delle sue nudità, poggiò la mano sulla porticina e spinse, sbirciando. Dentro, un ambiente di tre metri per tre. Attrezzi agricoli, un tavolo, una sedia e una brandina sotto una finestrella. Un giovane uomo era seduto su di essa, le braghe calate fino alle caviglie. Aveva in mano delle mutandine femminile, che lui annusava estasiato e, la mano destra, era dentro dei boxer dove s’intuiva una chiara erezione
    
    Si accorse della presenza di Giò e rimase paralizzato, incapace di proferire parola, l’imbarazzo che ...
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