1. Milf. mi incanti lusinghi frantumi – racconto erotico prima parte


    Data: 17/09/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: kymco, Fonte: Annunci69

    La prima volta che sono andato dalla dottoressa avevo appena compiuto 17 anni.
    
    Ho fatto una rissa a scuola, durante la gita, e siccome ho spaccato il naso a uno di terza, la preside ha chiamato mia madre e gli ha detto che dovevo andare dallo psicologo.
    
    Io non ne volevo sapere, ma quando ho visto la dottoressa ho cambiato idea. La dottoressa è una delle donne più belle che esistono, e non è solo perché ha una terza di reggiseno e due gambe da urlo anche se c’ha quasi 40 anni. È che è proprio sexy. Quando inizia a parlare ha una voce così morbida che l’ascolterei per ore, e ogni tanto è quello che faccio.
    
    Lo facevo soprattutto all’inizio: mi mettevo lì e stavo zitto a guardarla. Lei a volte stava zitta anche lei e mi guardava, e passava un’ora così. E la mamma si arrabbiava che diceva che lei non pagava tutti quei soldi per niente.
    
    Altre volte parlava solo lei, per un’ora.
    
    Poi, piano piano, ho iniziato ad aprirmi. Perché lei non è solo bellissima, è anche un sacco intelligente. E mi faceva proprio le domande giuste per tirarmi fuori tutto quello che avevo dentro.
    
    Piano piano il nostro rapporto è cambiato, si è evoluto, dice lei.
    
    Lei mi ha aiutato un sacco, mi ha aiutato a crescere, a tirare fuori tutto quello che avevo dentro. È lei che mi ha detto di provare con il karate e anche il karate mi è servito. A indirizzare la mia rabbia, a imparare la disciplina. A crescere.
    
    Sono anche cresciuto davvero, fisicamente dico. È successo un po’ all’improvviso, ...
    ... forse anche quello è stato merito del Karate.
    
    Mi ricordo che quando sono andato in vacanza, quell’estate, portavo il 40 di scarpe e ero leggermente più basso della dottoressa. Adesso ho il 44 e la supero di brutto.
    
    La dottoressa si chiama Grazia, l’ho scoperto da poco. Perché adesso mi riceve a casa sua, prima andavo in un poliambulatorio e, devo dire, era abbastanza triste, con i mobili di plastica e quelle sedie scomode, ma poi ci siamo trasferiti a casa sua, ha proprio una stanza con un ingresso separato e a me piace un sacco, i mobili sono tutti marroni e non chiari come nell’ambulatorio e c’è sempre un mazzo di fiori veri in un vaso.
    
    E un giorno suo marito è entrato e l’ha chiamata e così ho scoperto che si chiama Grazia. Poi dopo l’ho cercata su facebook, ma non c’è.
    
    E la parte preferita dei nostri incontri, per me, è quando arrivo e lei mi saluta. Lei in genere è seduta dietro una scrivania, a volte è al telefono, a volte scrive qualcosa sulla sua agenda. Mi saluta, ci diciamo delle cose pratiche, tipo come stai, scusi se sono in ritardo (la dottoressa ha sempre insistito molto che io dovevo darle del lei e all’inizio io me ne fregavo, beh, me ne fregavo un po’ di tutto, poi, non mi ricordo più nemmeno come è successo, ho iniziato a farlo e adesso mi viene automatico). Poi io mi accomodo sul divano e lei si alza dalla sua scrivania e viene a sedersi su una poltroncina davanti a me.
    
    E, quando si siede, incrocia le gambe e appoggia le mani sui braccioli ...
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