1. Kamille: la prima volta con una ragazza


    Data: 24/09/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: KamiAtti, Fonte: Annunci69

    ... compagne di classe perfide, feste cui non eravamo state invitate, goffi approcci di timidi corteggiatori, tipi strani incontrati in metro, stranieri bellissimi che ci avevano fissato per un attimo con improbabile intensità, gioielli e vestiti costosissimi concupiti dalle vetrine del centro, vicini di casa coinvolti in loschi traffici...
    
    Parlavamo sempre, anche mentre aiutavamo la madre di Sonia ad apparecchiare, a cucinare, a sparecchiare, a mettere in ordine. Parlavamo mentre studiavamo, mentre guardavamo la tv la sera, mentre ci aiutavamo a lavarci i capelli.
    
    E la sera, finalmente, nella nostra cameretta, ci confidavamo, sottovoce, i soliti piccoli segreti: amori non corrisposti, speranze e progetti per un futuro matrimonio, i figli che sarebbero arrivati...
    
    Dopo il bacio della buonanotte, spegnevamo la luce. Spesso, dopo circa dieci, quindici minuti di buio e silenzio, Sonia si alzava e, senza dire una parola, si infilava nel mio letto. Senza dire una parola nemmeno io, mi spostavo per farle spazio. La posizione era sempre quella della prima volta. Verso le sei del mattino Sonia si alzava e, sempre senza dire una parola, tornava al suo posto. Quando sua mamma, alle sette, entrava in camera per darci la sveglia, ci trovava ognuna nel suo letto, profondamente addormentate.
    
    In quei dieci, quindici minuti di buio e silenzio, i miei occhi erano spalancati, il mio cuore batteva forte e le mie orecchie erano tesissime, pronte a captare il lieve fruscio delle lenzuola ...
    ... che Sonia spostava per alzarsi.
    
    Quelle volte che Sonia rimaneva a dormire nel suo letto, aspettavo con ansia di percepire l'inizio del suo spostamento. Più passavano i minuti e più cresceva il mio spasimo. Il cuore mi saliva in gola. Avrei voluto alzarmi, avrei voluto essere io a prendere l'iniziativa di infilarmi nel letto di Sonia. Ero come paralizzata, bloccata, non osavo. Temevo di irritare Sonia. Temevo di fare cosa a lei sgradita. Magari era molto stanca e desiderava soltanto dormire tranquilla. Poi il sonno aveva la meglio e mi addormentavo con un sottofondo di tristezza e frustrazione.
    
    L'unica cosa di cui non parlavamo mai, stranamente, era proprio di questa saltuaria abitudine di dormire nello stesso letto. Mai una parola, mai un accenno, anche indiretto. Era come se non ce ne ricordassimo, era come se fosse un sogno di quelli che svaniscono appena ti svegli.
    
    Man mano che si avvicinavano gli esami di maturità, la primavera lasciava il posto all'estate e il caldo iniziava ad essere sempre più fastidioso.
    
    A pochi giorni dal primo esame scritto, Sonia si infilò silenziosamente nel mio letto. Ero coperta soltanto dal lenzuolo. Il contatto fra i due corpi generava un calore umido, appiccicoso. Dopo un pò di tempo trascorso nell'immobilità, la mano di Sonia, molto lentamente, si staccò dalla mia vita ed iniziò delicatamente ad accarezzare il mio addome. Ero sveglissima, ma fingevo di dormire. Le dita sottili di Sonia giocherellavano con i bottoni del pigiama, ...