1. Secchione! Genesi di un padrone – parte 06


    Data: 08/09/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Sensazioni Autore: Naughty_Bard, Fonte: RaccontiMilu

    ”quindi Melanie ha detto a Sophie che l’aveva visto baciarsi con quella stronzetta di Celia e lei, ovviamente, è esplosa!’ la bella Pam, da brava sovrana, ascoltava Sue e Jenny, le sue fedelissime, farle il rapporto del mattino mentre passeggiavano per i corridoi del suo effimero regno tra l’ora di storia e quella di biologia.
    
    ‘Ovviamente” commentò. In realtà, il livello di attenzione che poneva alle loro ciarle era piuttosto basso, doveva solo annuire, e fare qualche espressione sorpresa o scioccata o disgustata, ogni tanto. Dipendeva dall’argomento. Era brava in questo, dopo anni di pratica, e aveva tutto il tempo di pensare alle cose che più le facevano piacere. Se solo non fosse stato per’
    
    ‘Pam, cos’hai, cammini in modo strano, oggi!’ le disse Jenny d’un tratto, un minimo preoccupata, interrompendo l’altra. L’interpellata le sorrise, sminuendo la cosa:
    
    ‘Ma niente! Ieri ho esagerato con le spaccate a danza, ho i muscoli intorpiditi, tutto qui!’ questo placò la sete di informazioni della curiosa Jenny, a cui la bella principessa non poteva dire che il vero motivo del suo inusuale incedere un po’ rigido e legnoso era il dildo anale che, da ormai due giorni, portava fisso. Eh, già! Un disagio non certo lieve, tutt’altro, ma Damian era stato molto chiaro:
    
    ‘O te lo allarghi da sola o t’inculo a sangue” non l’aveva messa proprio in questi termini, a dire il vero, ma il concetto era cristallino. Perciò si era comprata quattro plug di dimensione progressiva. In ...
    ... questo momento aveva su il secondo, ma sarebbe dovuta arrivare all’ultimo che aveva forma grosso modo simile al dolce arnese del suo amato padroncino. Per paura del dolore che avrebbe sentito non si dava requie, li portava 24 ore su 24. Le uniche pause erano state il bagno e una sveltina con Brent a casa dei suoi, il pomeriggio prima, per ovvi motivi.
    
    Però era felice. Anzi era entusiasta. Innanzitutto di aver fatto quella bella chiacchieratina post-coito, un paio di giorni prima. Da quanto gli piaceva usare il nuovo appellativo che aveva trovato per il suo giovane amante, lo metteva alla fine di ogni frase che gli rivolgeva, in maniera ridondante e pleonastica. Non poteva farci niente, ogni volta che lo chiamava ‘padroncino’ il corpo la solleticava tutta. E comunque non era niente se paragonato a ciò che provava quando udiva quella voce tanto amata, acerba eppure profonda, chiamarla ‘schiava’. Quella era pura delizia anche perché, francamente, a vederli, lui comodamente seduto in poltrona con un bel ghigno soddisfatto e i piedi a riposare sulla faccia di lei, intenta a leccargli il sudore dalle piante e a ingoiare lo sporco che aveva tra un dito e l’altro, con ossequente devozione, questi due titoli erano quanto di più reale ci potesse essere.
    
    Non vedeva l’ora, poi di potergli donare anche l’ultima parte del suo corpo, un qualcosa che non aveva mai concesso a nessuno, un tabù inesplorato che il ragazzo aveva preteso, con la sua dolce insistenza. Sarebbe davvero diventata ...
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