1. Opere di bene


    Data: 23/08/2019, Categorie: Cuckold Dominazione / BDSM Etero Autore: aliasir, Fonte: RaccontiMilu

    Alla mia donna, di ventanni più giovane di me, piacciono i cazzi neri.
    
    Me ne sono reso conto con le fantasie mentre scopiamo. Questa era una delle cose che più la faceva eccitare.
    
    Pensare a questi appena arrivati in Italia, poveri in canna, che magari non vedono una donna da mesi, che girano per le spiagge o nei locali cercando di vendere la loro mercanzia, fra tutte le italiane seminude, che si eccitano e non possono sfogare la loro voglia, la fa eccitare da impazzire.
    
    Io ci metto il carico da undici, sussurrandole mentre la scopo l’idea di quei coglioni gonfi di sperma bianco, denso, bollente, che preme per uscire e lei va fuori di testa.
    
    Non so perché il nero. Non è questione della leggenda vera o presunta del cazzo nero grosso. E’ qualcosa di più. Forse un senso di potere nel concedere ad un diseredato un piacere che in quel momento gli è negato.
    
    Un’opera di bene, insomma. Ma è anche il sentirsi lei, donna bianca, italiana, insieme rispettata e ringraziata ma anche sotto sotto oltraggiata, considerata un buco in cui sborrare.
    
    La prima volta in un locale ha fatto tutto lei. Io ero al tavolo, lei si è ritrovata a ballare con un ragazzo. Lo ha portato al tavolo, gli abbiamo offerto da bere. Poi ci ha ballato ancora. Io li guardavo e la vedevo sudata, rossa in viso, gli occhi lucidi un po’ ubriaca e lui che non perdeva occasione di toccarla, guardandomi di sottecchi per capire se io me ne accorgevo.
    
    Ma io facevo finta di niente e parlavo con dei vicini ...
    ... di tavolo. E le seu carezze si facevano sempre più audaci. E lei ci stava.
    
    Poi è venuta al tavolo e mi ha detto, guarda che ci sta provando di brutto… come a dirmi, se vuoi fermamiamoci, andiamo via…
    
    e io le ho detto, beh lascialo fare… non è quello che ti piace?
    
    ma dai scemo che dici… mi ha risposto, poi mi ha guardato con una sorta di sfida negli occhi, si è alzata ed è tornata a ballare.
    
    Lui subito le si è fatto sotto prendendola per i fianchi.
    
    Il ballo è diventato sempre più allusivo. I fianchi strusciavano. Lui da dietro la prendeva e lei sfiorava il suo pacco proteso cone le natiche. Lui la tirava a sé.
    
    Ad un certo punto lui le ha detto qualcosa. Lei ha sorriso e le si è strusciata ancora di più addosso. Lui ha detto qualche altra cosa guardando verso di me e lui ha scosso la testa, sorridendo.
    
    Hanno continuato a ballare, lui era più disinvolto, non si preoccupava più di controllarmi con la coda dell’occhio.
    
    Poi sono venuti verso il tavolo. Lei mi ha detto che lui se volevamo aveva del fumo buono, fuori.
    
    Ho detto ok.
    
    Siamo usciti e siamo andati nella nostra macchina.
    
    Lui ha fatto una canna. Sentivo nell’auto chiusa l’odore dei loro corpi sudati.
    
    Noi due eravamo davanti, lui dietro.
    
    Ho detto a lei, vai dietro con lui. E lei lo ha fatto subito.
    
    Abbiamo fatto girare la canna. Io ho tirato pochissimo, lei invece dava profonde boccate, voleva perdersi.
    
    Lui non faceva niente. La situazione era ambigua, lui non voleva guai, aspettava ...
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