1. Idillio - Guy de Maupassant


    Data: 15/08/2019, Categorie: Feticismo Tabù Autore: Cowslover, Fonte: xHamster

    ... conserte, con gli occhi sbarrati, le labbra strette, succhiandosi le gote.
    
    Ella mangiava con ingordigia, e beveva continuamente sorsate di vino per mandar giù le uova, e poi si fermava per respirare.
    
    Fece sparire ogni cosa: pane, uova, vino. Quando lei ebbe finito di mangiare, il giovanotto richiuse gli occhi. La donna si sentiva un po’ oppressa e cominciò a slacciarsi il corpetto; subito l’uomo si rimise a guardarla.
    
    Ella non se ne curò, continuò a sbottonare; e la forte spinta del seno muoveva la stoffa, facendo intravedere tra le due mammelle, nell’apertura sempre più larga, il biancore degli indumenti e della pelle.
    
    La contadina si sentì meglio, e disse in italiano: – Fa così caldo che non si respira.
    
    Il giovanotto rispose nella stessa lingua e con lo stesso accento: – È il tempo che ci vuole per viaggiare.
    
    Ella domandò: – Siete piemontese?
    
    – Sono di Asti.
    
    – Ed io di Casale.
    
    Erano delle stesse parti. Cominciarono a discorrere.
    
    Fecero quei soliti discorsi insignificanti che la gente del popolo fa sempre e che bastano ai loro cervelli tardi e limitati. Parlarono dei loro paesi. Avevano dei conoscenti in comune. Rammentarono delle persone, diventando sempre più amici ad ogni nuovo nome che entrambi conoscevano. Svelte e rapide le parole uscivano dalla loro bocca con le finali sonore e la cantilena dell’italiano. Dopo parlarono di sé.
    
    Lei era sposata; aveva già tre bambini che aveva affidato a una sua sorella, perché aveva trovato un posto di ...
    ... balia, un buon posto in casa di una signora francese, a Marsiglia.
    
    Lui era in cerca di lavoro. Gli avevano detto che l’avrebbe trovato da quelle parti, dove si stava costruendo molto.
    
    Poi tacquero.
    
    Il caldo si faceva insopportabile e arroventava il tetto delle carrozze. Una nube di polvere correva dietro il treno e vi penetrava; i profumi degli aranci e delle rose diventavano più possenti, pareva che fossero più densi, più pesanti.
    
    I due viaggiatori si riaddormentarono.
    
    Riapersero gli occhi quasi nello stesso momento. Il sole calava sul mare, illuminando l’azzurra distesa con un torrente di luce. L’aria s’era rinfres**ta e diventava più leggera.
    
    La balia ansimava; aveva il corpetto slacciato, le guance tremanti, gli occhi appannati; e disse con voce oppressa:
    
    – È da ieri sera che non allatto; mi sento come se dovessi svenire da un momento all’altro.
    
    Non sapendo cosa dire, lui non rispose. La donna soggiunse: – Quando si ha il latte che ho io, bisogna allattare tre volte al giorno, altrimenti si sta male. È come se avessi un peso sul cuore, un peso che mi leva il respiro e che mi spezza le ossa. È una disgrazia aver tanto latte.
    
    – Certo, è una disgrazia. Vi deve dar parecchio fastidio… – rispose lui. Infatti pareva che la donna si sentisse molto male, accasciata e quasi estenuata. Mormorò: – Basta premere un poco sopra perché il latte schizzi come da una fonte. È proprio curioso da vedersi. Non sembrerebbe possibile. A Casale i vicini venivano sempre ...