1. Al mare d’inverno


    Data: 24/11/2017, Categorie: Cuckold Sensazioni Sesso di Gruppo Autore: Wldi, Fonte: RaccontiMilu

    Al mare d’inverno
    
    La storia con Francesca sapeva d’infanzia anche se il tempo delle mele era finito da tempo, con lei tutto era un gioco e una scoperta continua, un divertimento pruriginoso come da ragazzi in un cortile d’estate a giocare ai dottori. Avevamo le nostre vite, le nostre famiglie e i nostri impegni ma quel desiderio di vederci ogni tanto era necessario per nasconderci al tempo e riaccendere la fantasia. Naturalmente il sesso era il filo conduttore ma il nostro rapporto era di affetto senza diritto di proprietà presupposto di una complicità senza inganno. La nostra relazione era iniziata in modo impetuoso fin troppo possessivo, ci stavamo rovinando la vita invece di godercela così, dopo una serata di reciproche accuse ci siamo guardati negli occhi, dapprima irati, poi ridendo di quanto eravamo scemi. Da lì in avanti la nostra storia ebbe una svolta: noi dovevamo solo giocare… e così fu!
    
    L’inverno è sempre troppo lungo per chi ama il sole e così un pomeriggio prima delle feste di Natale abbiamo organizzato i nostri impegni per andare al mare d’inverno per farci un regalo. Dopo un’ora di macchina siamo arrivati ad una spiaggia della pineta di Marina di Bibbona: era ad aspettarci un paesaggio calmo illuminato da un sole tiepido; appena fuori dall’auto una brezza fresca e umida trasportava il profumo di salsedine, la spiaggia deserta era come un largo sentiero deserto tra il mare e la pineta secolare, soltanto la sagoma di una persona e forse un cane in ...
    ... lontananza. Per chi ha la tristezza nell’anima poteva sembrare un luogo decadente e triste ma noi avevamo il sole nel cuore e ci è sembrato il paradiso.
    
    Abbiamo camminato sul bagnasciuga a cercare sassi colorati e conchiglie, ci siamo abbracciati, strusciati, eccitati come era solito; dentro la pineta abbiamo visto un tavolo con delle panche in legno dove d’estate ci si siede all’ombra dei pini: poteva esse la giusta alcova per una scopata en plein air.
    
    Francesca cercava sempre di anticipare la mia erezione per il piacere di sentire il cazzo crescergli in bocca così appena parlammo del tavolo mi guardò in modo malizioso e si mise in ginocchio tra le mie gambe in mezzo alla spiaggia, mi apri i pantaloni e lo tirò fuori, lo sollevò con la lingua che era ancora “barzotto” e lo inghiottì tutto, stava ferma succhiandolo come fosse un calippo fino a che non divenne completamente gonfio e duro, quando iniziarono i lacrimoni agli occhi dette un ultimo affondo e poi tirò indietro la testa lentamente, lo fece uscire da quel tepore insieme ad un filo di saliva, subito avvertii sulla cappella tumida il fresco della brezza del mare. Ogni tanto mi guardavo intorno ma non c’era nessuno, lei continuava a trastullarsi con il mio uccello, ad accarezzarlo e strusciarselo al viso, a seguirne tutta la lunghezza con la punta della lingua partendo da sotto fino in cima per poi farlo scomparire di nuovo tutto dentro la bocca: mi chiedevo ogni volta come facesse a tenerlo in gola per così tanto tempo ...
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