1. Domenica mattina


    Data: 31/07/2019, Categorie: Etero Autore: fabrizio, Fonte: EroticiRacconti

    La testiera del letto colpisce la parete di fondo con la regolarità di un metronomo, e assieme al controcanto del cigolio della rete, conferisce al ritmo un senso di ineluttabilità e insieme di scontatezza.
    
    La luce del mattino che filtra dai listelli della tapparella colpisce di luce radente i due corpi nudi, spogliandoli ulteriormente al di là di ogni chiaroscuro e di ogni sfumatura.
    
    Lui la sta montando da dietro, sfruttando l’erezione mattutina; la penetrazione, ostacolata dal ventre dilatato dell’uomo e dalla voluminosità delle natiche della donna, risulta superficiale e precaria; ma perlomeno si è risparmiato i preliminari e le coccole, che odia visceralmente e che invece lei si ostina a ritenere assolutamente necessari per permetterle una certa partecipazione attiva al sesso.
    
    Lei è franata sotto il suo peso, giace sprofondata nel materasso e ai lati del busto sbucano i seni, appiattiti; la testa è rivolta di lato e il suo ansimare, che è sempre stato un potente afrodisiaco, rassomiglia più a un gorgoglio agonizzante.
    
    La massa del corpo impedisce alla mano di raggiungere la clitoride, cosa che le renderebbe perlomeno sopportabile quell’inaspettato risveglio domenicale; dietro gli occhi chiusi, il suo pensiero va all’istruttore di yoga, del quale è innamorata per come ci si può innamorare di una persona carismatica, lontana e irraggiungibile e dunque desiderabile proprio per la sua innocuità; talvolta, insaponandosi sotto la doccia, immagina le sue lunghe dita ...
    ... affusolate, brune e inanellate, percorrere il biancore del suo corpo e allora, sotto lo scroscio dell’acqua che la purifica dalle negatività del mondo unendola spiritualmente all’uomo, la mano le scivola là sotto, masturbandosi fino ad urlare il suo orgasmo alle mute pareti del bagno.
    
    Lui è appena uscito da una cotta per la nuova collega della Contabilità in quell’Ente parastatale, unica donna, in virtù del suo contratto interinale, al di sotto dei cinquant’anni; nel periodo di massima attrazione si svegliava alla mattina con la sensazione che qualcosa di bello potesse esserci anche per lui, e aveva preso a curare in maniera insolita l’igiene e l’abbigliamento, ipotizzando addirittura di iscriversi in palestra o di farsi un nuovo tatuaggio; durante il tragitto da casa al lavoro si preparava complimenti scherzosi e battute a doppio senso, che poi recitava, tentando di strapparle un sorriso, con la stessa naturalezza della lezione di uno scolaro delle elementari; finito l’orario lavorativo, tentava di prolungare la frequentazione invitandola al bar o offrendole un passaggio in auto.
    
    Perdurando i suoi dinieghi, aveva poi indirizzato il corteggiamento sui social, postando vignette volgari al limite dell’oscenità e selfie sorridenti e rigorosamente solitari. Quando alla fine la donna aveva pubblicato sulla bacheca numerose sue immagini abbarbicata ad un ragazzo di colore muscoloso e sorridente, dapprima aveva insinuato dubbi sulla onestà dell’uomo, poi sulla moralità della ...
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