1. Vicenda aggrovigliata


    Data: 31/07/2019, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Io ero appena tornato a casa e mi rifugiai rapidamente nella mia stanza, per il fatto che non avevo nessuna voglia d’incontrare né d’ottenere approvazioni da parte dei servi. In quel preciso istante, infatti, ne fui persino entusiasta che nessuno di loro s’intrattenesse davanti al percorso che dall’atrio conduceva alle altre stanze. In quell’esatto momento io li avrei cacciati in malo modo, se soltanto li avessi incontrati o loro m’avessero richiesto la più incolore e insignificante delle domande.
    
    Per prima cosa mi lavai il viso, ero sufficientemente sudato, in quanto avevo camminato velocemente e in modo nervoso in quella calura dell’estate che s’avvicinava in maniera accanita e caparbia, donando ai marmi dei palazzi quella luce di ghiaccio. A quel punto gettai la veste per terra e versai dell’acqua nella bacinella di rame che adopero per i lavaggi, anche se di solito era Lea a prendersi cura e riguardo di quest’incombenza. La vecchia serva usava tessuti morbidi e spugne dei mari per detergere la stanchezza e allontanare il sudore dal mio corpo e dal mio viso, eppure in quel momento non avevo voglia di vedere nemmeno lei, la più affezionata, devota e fidata, lei che da sempre era ospite nella mia casa e costantemente al mio servizio, in quel modo mi presi cura da solo della faccenda, in quanto non ero più avvezzo da qualche tempo, vale a dire di me stesso.
    
    Mi versai da solo l’acqua con un mestolo lungo la schiena e sul petto ed ebbi un istantaneo refrigerio dell’acqua ...
    ... fresca spillata dall’orcio di terracotta, che ne conservava la temperatura sempre costante e gradevole anche nelle giornate più afose dell’estate, successivamente m’asciugai il sudore da quella persistente canicola con un asciugamano e portai addosso una vecchia veste, una di quelle che più di tutte mi era gradita e che preferivo in special modo, carica e impregnata di ricordi, di memorie, di contese e di giornate interminabili, ormai purtroppo deteriorata per essere adeguatamente indossata senz’essere catalogato né marcato come un miserabile e squattrinato individuo nella vita pubblica, però che io l’amavo per la sua vita e per le sue ferite ben impresse inflitte da un’esistenza costante, lunga e peraltro assai vissuta.
    
    Io al momento non ero più accaldato dopo il beneficio dell’acqua sulle carni, ma dentro di me ancora bollivo e fremevo di continuo. Lei lo aveva fatto nel modo più arrogante e vigliacco mandando un servo che gli era stato lasciato per le incombenze della casa, insieme alla casa stessa nel suo soggiorno abituale. Io conoscevo bene il servo e vedendolo arrivare rimasi in attesa che mi portasse una lettera con le condizioni e il prezzo del riscatto, o almeno che a voce mi portasse la risposta che attendevo, magari rinviando a un successivo incontro per la definizione finale della transazione, invece no. L’esclusiva informazione che bisognava svelarmi sarebbe stata una notizia d’una futura adunata a casa di entrambi, senza peraltro citare nessun accenno a ciò ...
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