1. L'ultima donna del Famèi.


    Data: 31/07/2019, Categorie: Etero Autore: Tibet, Fonte: EroticiRacconti

    Inverno 1910/11. La contessa.
    
    Non che pensassi che le cinquanta lire durassero in eterno ma erano state per un po' di tempo una specie di sostegno e viatico virtuale alle mie vicissitudini, che avevano poi visto una serie di lavori saltuari e mal pagati e il mio subire la fame e il freddo.
    
    Con l'inverno avevo trovato una sistemazione presso un deposito-rivendita di legna e carbone. Pochi centesimi al giorno di paga ma potevo dormire nella baracca del deposito dato che facevo anche il guardiano contro i furti notturni, mentre durante il giorno provvedevo alla consegna della legna e del carbone che trasportavo con un carretto spinto a mano.
    
    Il deposito apparteneva a una contessa che aveva il palazzo vicino al deposito, si vendeva la legna dei suoi boschi e il carbone di legna prodotto dai suoi carbonai. La prima delle mie incombenze giornaliere era proprio rifornire il palazzo di legna e di carbone, sia la cucina che le stanze, pulire le varie stufe e caminetti, venivo trattato con molta sufficienza dal personale di servizio che per la nota sindrome della "mosca cocchiera" si riteneva nobile di riflesso e di molto superiore a me, ma di positivo c'era che potevo approfittare dei numerosi avanzi dei pranzi nobiliari e mi sfamavo.
    
    Succedeva che l'ultima delle mie incombenze nel palazzo consisteva nel pulire e rifornire il caminetto della stanza da letto della contessa, lei già uscita.
    
    Quel giorno rientrò inaspettatamente e prese a spogliarsi ignorandomi ...
    ... completamente, si rivestiva, si spogliava nuovamente, faceva toeletta senza badare a me come se fossi invisibile e inconsistente. Io che ogni mattina notavo le coltri del letto disposte disordinatamente e immaginavo eccitandomi che ci fosse avvenuta una battaglia estenuante di sesso.
    
    La contessa era una donna che viveva in quel momento le sue cinquanta primavere che portava splendidamente, ora lei discinta io guardavo con concupiscenza nascosta le sue grosse cosce, il largo culo e il seno abbondante. Da quanto avevo recepito dai discorsi delle domestiche godeva di uno straordinario vigore e appetito sessuale e non mancava notte che qualche baldo ufficiale non prendesse piacere con lei.
    
    Si era autoproclamata "Madrina di Guerra" e assieme ad altre dame sue simili assistevano gli ufficiali dei vari reggimenti che avevano stanza nella città. C'era un particolare entusiasmo patriottico in quel momento, alimentato anche dal poeta Giovanni Pascoli e si parlava di una imminente guerra contro i turchi per conquistare la Libia, considerata la nostra "quarta sponda" e italiana da sempre visto che erano stati gli antichi romani a denominarla così.
    
    Quindi inviti a cena agli ufficiali, feste e nel caso della contessa… lunghi e interessanti momenti di sesso, anche orgiastici, dove la nobildonna si esprimeva al meglio.
    
    Il Reggimento che godeva della sua attenzione era quello dei Bersaglieri, valenti e aitanti soldati… e validi amanti.
    
    Chissà cosa spinse la nobildonna ad interpellarmi dopo ...
«1234»