1. Patrizia


    Data: 29/07/2019, Categorie: Etero Autore: CxMIII, Fonte: RaccontiMilu

    Un attimo prima andava, poi, un attimo dopo, ‘ puff ‘ il motore si è spento.
    
    Di colpo, senza alcun avvertimento, nulla, neanche un sussulto, un rumorino, una indecisione.
    
    Posso fare solo una cosa, accostare al bordo della strada, mentre l’auto rallenta e lo sterzo si fa duro, perché a motore spento il servosterzo non funziona.
    
    Non è poi tutto questo dramma, penso io, magari adesso provo di nuovo e riparte, le macchine di oggi, zeppe di elettronica fanno spesso di questi scherzi, se poi non va, chiamo un carro attrezzi e via.
    
    La grande spia rossa, quella che indica il malfunzionamento dell’elettronica e non dovrebbe accendersi mai, mi guarda malignamente, mentre cerco di riavviare la macchina.
    
    Niente, il motorino d’avviamento gira che è una bellezza, ma il motore non da il minimo segno di vita e la spia non si spegne.
    
    Faccio ancora qualche tentativo, poi desisto, così al massimo riesco a scaricare la batteria.
    
    Piano B, prendo il telefonino nella borsetta posata sul sedile del passeggero, premo il tasto che fa accendere il display e ‘ bliin.
    
    è il suono che indica la batteria scarica. Il display resta acceso per un paio di secondi, poi si spegne.
    
    Questa non ci voleva, è anche colpa mia perché dovevo cambiare la batteria, visto che è un po’ di tempo che, quando è verso la fine della carica, va giù di colpo.
    
    L’unica soluzione che mi viene in mente è farmela a piedi.
    
    Dai Patrizia, non sei mica nel deserto del Sahara, sei in città, ad un chilometro ...
    ... da casa e, se ti sbrighi, arrivi prima che faccia buio del tutto.
    
    C’è solo un elemento che non mi fa considerare bene questa soluzione: mi trovo su un tratto di strada, diciamo, non ben frequentato.
    
    Per fare prima, con la macchina faccio sempre la tangenziale e poi prendo un viale alberato che passa vicino ad una pineta. Solo poche centinaia di metri, prima di svoltare a destra, dove ricomincia la città, con case, luci e negozi.
    
    Il viale è pieno di ‘quelle lì’, africane, romene e di altri paesi dell’est. Insomma è un posto frequentato da prostitute, e non mi sembra l’ideale per una signora cinquantenne.
    
    Intanto il sole sta tramontando e penso, che se il percorso lo faccio di notte è anche peggio, così scendo dalla macchina, la chiudo e mi incammino.
    
    A venti metri ce n’è una, una africana alta, robusta e scurissima, con canottiera scollata e pantaloncini cortissimi di un rosso fuoco, che contrasta con il nero della sua pelle.
    
    Mi viene un’idea. Le chiedo di fare una telefonata. Ma sì, il cellulare ce l’hanno tutti, le dico che mi si è rotta la macchina, non mi mangerà mica.
    
    Sarà alta almeno 1,80, con le spalle larghe, i seni rotondi e sporgenti che sembrano voler schizzar fuori dalla canottiera e due cosce robuste e muscolose. Un donnone poderoso, con cui non vorrei mai litigare.
    
    Sfodero il mio sorriso più accattivante e mi accingo a parlare.
    
    ”fanculo, che cazzo vuoi? Questo è il posto mio, capito?’
    
    E per spiegarsi meglio, tante volte non avessi ...
«1234...8»