1. Innamorarsi


    Data: 28/07/2019, Categorie: Etero Autore: geniodirazza 7, Fonte: EroticiRacconti

    Non è mai stata facile per nessuno, la vita nei paesetti: anche se la qualità di vita è decisamente superiore, per molti versi resistere non è facile, specialmente quando si è giovani (o molto giovani) e i sogni superano qualunque realtà o prospettiva razionale. Forse anche per questo, a quindici anni, lasciai che mi abbassasse le mutande e mi sverginasse, con la convinzione che questo avrebbe rafforzato il legame tra due che volevano correre l’avventura di cercare fortuna a Milano. L’unica realtà fu che il giorno dopo tutto il paese sapeva della sua nuova vittoria, resa ancora più ‘eroica’ perché la sconfitta era stata la Flora, quella che aveva dichiarato più volte di non aver bisogno di nessuno. Anche questo contribuì alla mia scelta, appena maggiorenne, di andarmene per sempre e, sbarcata a Milano, di costruirmi coi denti, a cominciare dal servizio in una pizzeria gestita da un corregionale, il percorso che mi portò ad essere una donna forte, autonoma, felice del suo lavoro, che sceglieva gli amanti sulla base delle sue personali esigenze e li usava per il tempo che riteneva necessario ed opportuno. Al momento della partenza, solo un ragazzo quasi piangeva mentre mi abbracciava alla stazione degli autobus: si chiamava Salvatore; per tutti era Salvo; per i suoi amici più cattivi era Mammoletta, ma non sapevo perché.
    
    Ritornai al Paese, dopo qualche anno, solo per assistere al matrimonio di una vecchia amica che aveva tanto insistito per avermi come damigella d’onore: in ...
    ... fondo, una rimpatriata mi faceva anche bene. Quando arrivai in piazza con la mia rombante cabriolet, vidi immediatamente Salvo, che quasi si nascondeva vergognoso finché non fui io a chiamarlo e mi abbracciò con una foga che non aspettavo. Quasi subito dopo, vidi sulla porta della farmacia l’imbecille che mi aveva ingannato; Salvo si precipitò a raccontarmi che aveva creduto di fare l’affare della vita sposando la figlia del farmacista ed ora si trovava schiavizzato a una megera che lo copriva di corna in tutti i momenti: conoscevo la figlia del farmacista e già da ragazzine si dicevano di lei cose turche; a me piaceva per la decisione del piglio, per la sicurezza dei comportamenti; con il potere che le derivava dalla posizione sociale imponeva la sua autonomia anche in un ambiente retrivo come la piccola provincia. Uscì dal negozio in quel momento e mi venne incontro a braccia spalancate con sincera amicizia; non ebbi nessuna difficoltà ad abbracciarla a mia volta perché, in fondo, da ragazze, ci eravamo bene intese ed eravamo state molto concordi.
    
    “Ti piace ancora divertirti?” Mi sussurrò quasi in un orecchio. “Certo che si!” Risposi prontamente. “Quanto ti fermi?” “Un paio di giorni.” “Domani mi vieni a trovare dopo pranzo; penso di organizzarti una bella sorpresa.” “Ok, a domani.” La cosa un poco mi meravigliava; ma ricordavo bene che Elena, quando ci fu l’episodio dell’inganno, era stata apertamente dalla mia parte, contro l’imbecille che poi aveva sposato: mi sorse ...
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