1. I Famèi. (I famigli.) La seconda donna.


    Data: 23/07/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: Tibet, Fonte: EroticiRacconti

    Il seguito del IL FAMIGLIO. La prima donna.
    
    Cinquanta lire! Nel 1910?
    
    Probabile che la padrona avesse pescato a caso la banconota nel cassetto dei soldi nella fretta di farmi andar via!
    
    Non era certo una fortuna, ma per me che di soldi avevo visto solo monetine di pochi centesimi? Insomma mi si apriva un mondo assolutamente nuovo e pieno di desideri da poter soddisfare.
    
    Il primo fra tutti? Il sogno di ogni giovane, andare nel bordello municipale e scopare! Avevo sentito i racconti mirabolanti dei compagni più grandi del paese che ci erano stati, uno poi… che raccontava con tutti i particolari delle scopate con una puttana napoletana con il culo enorme.
    
    Lui raccontava e noi… che ascoltavamo le sue imprese, lo seguivamo come i topolini seguivano il Pifferaio Magico, ma anziché condurci in riva al mare per annegarci come nella fiaba, ci guidava al campo di cocomeri e qui… ognuno prendeva la sua anguria, a suo gusto… chi la voleva grossa come il culo della napoletana del casino, chi snello come quello magari della sorella che era l'indirizzo della sua masturbazione quotidiana, con il coltello si praticava un buco e poi si ficcava il cazzo…
    
    Ecco a cosa pensavo mentre raggiungevo la città a piedi, sapevo i prezzi della "veloce", della "doppietta" e di tutta la serie, ma quello che volevo io? La "mezzora" che costava tre lire e cinquanta, ma per principianti, militari e studenti… c'era uno sconto, bisognava solo andarci nei tempi di poco lavoro per le puttane e ...
    ... si otteneva. Io… in mezz'ora potevo farne due sicuro e forse tre!
    
    Camminando, camminando ci arrivai in città e da subito iniziai a mettere in pratica i miei propositi. Per dormire? "L'Albergo dei poveri", per mangiare una delle varie mense gratuite o quasi, ma subito? Una visita al bagno diurno della stazione e il barbiere, spesa? Sessanta centesimi.
    
    E infine per quella giornata una visita dal robivecchi, mi ero irrobustito nel tempo trascorso dal birraio, il lavoro pesante, il vitto costante… insomma i panni mi erano diventati stretti e comunque lisi dall'uso e li sostituii con abiti usati.
    
    Lo specchio del robivecchi mi restituii un'altra immagine di me, i capelli lucidi e impomatati, i sottili baffetti mi davano un aspetto civile, non sfiguravo più nei confronti dei cittadini.
    
    Passai la sera mangiando e poi bevendo un bicchiere di vino in osteria, soli uomini i presenti e parlavano delle puttane del casino, tutti concordavano sulle virtù di una certa Marta, calda e dalla fica strettissima, ti faceva venire in un attimo, dicevano, ti strizzava dentro il cazzo e non avevi scampo! Mi inserii e chiesi della puttana napoletana, c'era ancora? Quella dal culo enorme che aveva causato tutte le mie chiavate sulle inconsapevoli angurie.
    
    Ancora la ricordavano… la Nora! Gran scopatrice ma si era trasferita a far la vita in chissà quale città.
    
    Il casino.
    
    Il puttanismo è vecchio come il mondo, senza considerare che scopare nei falsi e puritani paesi cattolici è da ...
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