1. Cuore in lacrime


    Data: 20/07/2019, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Era giunto già il crepuscolo, in quella diffusa e usuale circostanza io la riaccompagnavo abitualmente verso la sua palazzina non distante dal centro storico. La signorina in questione si chiama Greta, la mia eccellente, fidata e preziosa amica, in verità il mio corposo, intrinseco e sostanziale amore verso di lei giammai dichiarato né esposto né mostrato, lei la manifesta per me totale eccitazione in persona, perché esaminandola per bene era realmente incantevole e seducente con le sue labbra polpose che reclamavano d’essere addentate e sbaciucchiate, ma io ero troppo amico per compierlo.
    
    Quella sera però appariva eccezionalmente difforme, direi stimolante, in quanto essendo un evento inusuale la luna piena in quell’occasione invadeva il viale rischiarandolo accuratamente con una radiazione luminosa fasciante e pieghevole, imprimendo a quel singolare momento un ambiente incoraggiante, magico e suggestivo, perché pareva che dovesse esplodere un nubifragio di sentimenti irrefrenabili e irruenti. Io non ero del tutto consapevole, eppure lo speravo, giacché per l’intera serata avevamo ragionato su vari argomenti scambiandoci opinioni e intessendo sguardi differenti e maliziosi dall’ordinario, sennonché essendo sfortunatamente già giunti di fronte all’ingresso principale del suo stabile io ero diventato all’istante inquieto, quasi d’umore nero, poiché lei subito comprese la situazione domandandomi:
    
    ‘Riccardo, che cosa ti &egrave successo?’.
    
    Il suo accento soave mi fece ...
    ... quasi sussultare e per un istante arginai le lacrime, lei garbatamente s’impuntava chiedendomi placidamente le ragioni del mio malessere, perché sembrava quasi catturata dalla mia inusuale afflizione, perché in quel frangente non resistendo oltremodo enfatizzai:
    
    ‘Ti amo Greta’ – ribattei io di botto, come farebbe una fronda bistrattata e sciupata da una raffica furiosa di vento, sennonché m’accasciai faticosamente sullo scalino e attesi la sua confidenziale reazione.
    
    Lei non disse nulla, mi squadrò nel profondo, studiandomi con i suoi favolosi occhi di colore verde acquamarina infliggendomi numerosissime sofferenze, dopo in maniera aggraziata e ondulata come una divinità s’accomodò vicino mormorandomi:
    
    ‘Riccardo, amore, perché me lo riveli soltanto adesso?’ – delineato dal suo rincuorante ottimismo.
    
    ‘Vedi Greta, di preciso non so spiegarmelo’ – in tal modo sbarrando le pupille sfiorai quelle polpose labbra, come per acchiappare in un unico istante la sua anima, acciuffandola e imprigionandola tutta per me. In quell’attimo ci studiammo, in lei io individuavo un indizio, in seguito un chiarore sfavillante quasi confondente, perché forse pure io irradiavo la medesima luce enunciandole:
    
    ‘Sai una cosa Greta? Sono logorato d’affliggermi di continuo’ – perché approssimandomi alla sua faccia io la baciai appassionatamente liberando i miei affanni e le mie angosce, sfoderando tutto l’entusiasmo e il trasporto che avevo incarcerato nella mia roccaforte privata d’uomo, ...
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