1. Il Regno Oscuro – Capitolo 8


    Data: 23/11/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Sesso di Gruppo Autore: Menestrello00, Fonte: RaccontiMilu

    Alba seguiva il suo padrone camminando a quattro zampe. Le sue mani erano state infilate in dei guanti di ferro sferici allacciati ai polsi che le impedivano di afferrare qualsiasi cosa. Le dita semplicemente si agitavano nella sfera di ferro che le avvolgeva. Le caviglie erano legate alle cosce, appena sotto i glutei, in modo che la ragazza fosse costretta a camminare sulle ginocchia senza poter poggiare nemmeno gli stinchi a terra. Almeno indossava delle ginocchiere di ferro che le rendevano meno doloroso camminare su terreni aspri e duri. Il suo padrone le aveva infilato un cerchietto intorno alla testa, con delle finte orecchie di gatto. Oltre ciò era completamente nuda. Al collare era attaccato un guinzaglio che il suo padrone teneva ben stretto in mano, mentre insieme percorrevano il corridoio del castello in cui si trovavano. Era felice. Il suo padrone l’aveva presa con sé e la possedeva spesso. Alle volte mentre beveva il latte dalla sua ciotola sentiva improvvisamente il pene di lui penetrarla nell’ano. Altre volte si versava direttamente il latte sul cazzo, e glielo faceva bere. Da quando lui l’aveva posseduta per la prima volta, aveva capito che quello doveva essere il suo padrone. L’uomo dai capelli bianchi e gli occhi rossi l’aveva deflorata con violenza, godendosi la sua verginità fino all’ultima goccia di sangue. Lei lo aveva seguito e lo aveva implorato di portarla con se. Alla fine lui aveva ceduto, mettendo però dei paletti. Alba ora era il gattino di ...
    ... quell’uomo. Non le era concesso altro. Eppure finalmente il suo sogno era realtà, anzi, era meglio del sogno perché ora il suo padrone si godeva il suo corpo.
    
    Alba faticava a tenere il passo dell’uomo. Finalmente i due arrivarono davanti ad una porta, controllata da due guardie imperiali. Queste si fecero subito da parte permettendo all’uomo e alla sua gattina di entrare.
    
    – Albino – disse Biscia stesa sul suo letto a baldacchino quando lo vide entrare.
    
    L’uomo dai capelli bianchi e occhi rossi si inginocchiò per un attimo, davanti al letto, quindi si rialzò.
    
    Il Generale Biscia era stesa sul suo letto, con la sua armatura che la lasciava quasi del tutto nuda. Le sue gambe lunghe e sinuose erano illuminate dalla luce delle lanterne che schiarivano l’aria della stanza. I suoi capelli verde scuro le calavano su di una spalla. I suoi occhi gialli da rettile penetravano l’ombra, facendo apparire ancora più bella, inquietante e pericolosa quella donna.
    
    – Albino – continuò ancora Biscia – Hai compiuto la tua missione?
    
    – Si Generale – si limitò a dire Albino, indicandole poi col bastone Alba, ai suoi piedi, totalmente sottomessa – Costei era la vergine. Ed ora non lo è più
    
    – Sapevo che non mi avresti deluso – disse Biscia annuendo compiaciuta – Che servizievole micetta! Ma immagino tu sia qui per riscuotere la ricompensa
    
    Albino annuì e iniziò a spogliarsi. Poggiò il bastone su di un comodino e si tolse il lungo mantello. Alba lo aiutò a sfilare i pesanti stivali, ...
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