1. Appartamento all'ultimo piano - 2


    Data: 13/07/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    Passò qualche giorno. Miljan non l’avevo più visto. Lo sentivo al piano di sotto rientrare e muoversi per l’appartamento, ma per quanto la mia fregola nei suoi confronti fosse tutt’altro che spenta, sentivo come una sorta di ritegno, di vergogna, dopo quanto era successo.
    
    Una sera, avevo appena finito di cenare e mi stavo preparando a godermi un porno in tv, quando sentii suonare alla porta. Rimasi un momento interdetto: non ero nelle condizioni ideali per ricevere visite con la mia canottiera a mezza natica e un perizomino più minuscolo del solito. Ma poi mi dissi: Chi se ne frega!, poggiai sul tavolinetto il DVD che avevo in mano, casualmente un etero con una bionda in copertina che si stava slurpando il megacazzo di Rocco Siffredi, e andai ad aprire.
    
    Il cuore mi diede un balzo e inviò un immediato afflusso di sangue in zona inguinale: era Miljan! Miljan con una camicia aperta fino all’ombelico e pantaloncini corti.
    
    “Ciao”, feci con un sorriso luminoso.
    
    “Ciao”, rispose lui, porgendomi una bottiglia di vino.
    
    La presi, era fresca di frigo.
    
    “Grazie, vieni.”
    
    “Disturbo?”
    
    “No, anzi! – gli risposi, facendogli strada verso il soggiorno – ho appena finito di cenare e stavo per guardare qualcosa in televisione. Accomodati.”, e gli indicai il divano, mentre andavo in cucina a prendere cavatappi e bicchieri.
    
    Si era fatta la doccia da poco: profumava di bagnoschiuma e di colonia… oltre che di sigaretta. Tornai in soggiorno e mi diedi da fare per ...
    ... stappare la bottiglia. Dandogli le spalle, mi sentivo terribilmente imbarazzato per il mio abbigliamento, ma ormai non potevo farci niente.
    
    Girai la testa verso di lui: mi stava osservando.
    
    “Scusami, - feci, armeggiando col cavatappi – ma non aspettavo visite e fa molto caldo quassù.”
    
    “Nessun problema, - rispose lui – caldo pure sotto.”, e si fece vento con la mano in modo significativo.
    
    Riempii due bicchieri e gliene porsi uno, sedendomi vicino a lui sul divano. La pressione inguinale mi si era leggermente attenuata, ma lo spettacolo che davo con il minuscolo triangolino di tessuto sottile a coprirmi, per modo di dire, le vergogne, rimaneva indecente lo stesso. Cercai di far finta di niente.
    
    “Cin”, dissi, toccandogli il bicchiere.
    
    “Cin” rispose lui, e bevemmo un sorso.
    
    Parlammo del più e del meno, ma il mio sguardo continuava a posarsi sul pacco prominente fra le sue coscione solide e pelose che, sedendosi, aveva leggermente divaricato. Avevo una voglia matta di poggiarci sopra la mano e sentire quello che c’era sotto!
    
    Avrei voluto anche portare il discorso su quanto era successo qualche sera prima, ma non riuscivo a trovare l’aggancio; e più ci pensavo, più lo rivedevo all’opera e più mi veniva duro, che ormai la cappella quasi sgusciava fuori dall’orlo del perizoma.
    
    Poi mi accorsi che gli occhi gli erano caduti sul DVD rimasto sul tavolino. Notai che la stava fissando.
    
    “Stavo per guardare un film, quando sei arrivato.”, dissi e mi allungai a ...
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