1. Arianna


    Data: 22/11/2017, Categorie: Feticismo Autore: beast, Fonte: EroticiRacconti

    All’inizio, quando non ero che una ragazzina, pensavo ci fosse qualcosa di sbagliato in me, o quantomeno nella mia sessualità, qualcosa di inconfessabile, di sporco.
    
    Ero un’adolescente e certi pensieri che ogni tanto affioravano dal mio subconscio mi preoccupavano, le prime volte addirittura mi spaventarono.
    
    Crescendo però mi resi conto che, tutto sommato, non facevo del male a nessuno e cominciai pian piano ad accettarli e assecondarli.
    
    Del resto si trattava solo di un modo un po’ strano di provare piacere ed eventualmente farlo provare agli altri, non era una cosa normale ma nemmeno così drammatica, solo un po’ più bizzarra del solito.
    
    Ero solo una ragazzina quando avevo cominciato a capire che la cosa che mi faceva eccitare era la particolarità di alcuni luoghi.
    
    Mi affascinavano in modo quasi morboso le case abbandonate, le grotte, i boschi nella loro parte più recondita, più fitta, nel loro cuore nascosto.
    
    Le cantine con i loro corridoi umidi e bui, le soffitte, con i raggi di sole che filtravano da spiragli tra le tegole, creando sottili fasci di luce dove la polvere in sospensione brillava in lenti mulinelli.
    
    Gli odori di questi posti colpivano le mie narici e mi entravano nel profondo, contribuendo a solleticare la mia fervida immaginazione.
    
    Mi piaceva pensare che questi luoghi celassero torbide storie del passato, segreti inconfessabili, avventure di amanti segreti, morbosi incesti familiari rimasti imprigionati per sempre nella memoria muta ...
    ... delle cose.
    
    Mi attraeva un casino l’idea di riuscire a fare sesso in uno di questi luoghi particolari.
    
    Ero ancora una ragazzina quando, ogni tanto, mio padre portava me o mio fratello in cantina perché lo aiutassimo a cavare e imbottigliare il vino, lo comprava da qualche viticoltore della zona e lo portava a casa in grosse damigiane.
    
    Quelle furono le prime volte in cui mi resi conto di quanto certi luoghi mi eccitassero.
    
    Quegli stretti corridoi umidi e bui, con le pareti e le volte in mattoni, il pavimento in terra battuta, le pesanti porte in legno chiuse da lucchetti e vecchie catene arrugginite.
    
    Lo trovavo tremendamente eccitante, e ogni tanto la sera, con una scusa qualunque mi facevo mandare di sotto, non accendevo la luce e nel buio della nostra cantina mi sedevo su una catasta di vecchie casse e mi toccavo.
    
    Una volta mio fratello mi seguì di nascosto e mi spiò mentre mi masturbavo, quando mi accorsi della sua presenza lo obbligai ad entrare con me nella nostra cantina, anche lui era arrapato e la forma dei suoi pantaloni era deformata da una vistosa erezione.
    
    La situazione proibita mi eccitava da morire e non riuscii a controllarmi, gli sfilai i pantaloni e lo masturbai finché non esplose in lunghi schizzi bianchi che si andarono a impiastricciare sulle file di bottiglie di vino che nostro padre teneva in ordine sugli scaffali.
    
    Fu bellissimo, ci sentimmo molto colpevoli e ci vergognammo un casino ma fu bellissimo.
    
    Mio fratello mi chiese più ...
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