1. Vedovo consolabile 1


    Data: 11/07/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: geniodirazza41, Fonte: EroticiRacconti

    Anche se si vive in una grande città, la dimensione del quartiere finisce sempre per avere la meglio nei comportamenti sociali ed impone, volenti o nolenti, le leggi che sono proprie delle piccole comunità, prime fra tutte quelle per cui ci sono posti topici dove, inevitabilmente, si finisce per incontrarsi, prima o poi, e dove le storie personali diventano di dominio pubblico per un passaparola che non è pettegolezzo ma solo informazione di quartiere, quella che qualcuno definisce scherzosamente radio serva, per la diffusione soprattutto tra le massaie che si incontrano per la spesa: il baretto d’angolo, la posta, la farmacia., la panetteria, tutti i luoghi che hanno una valenza sociale diventano il fulcro di questa comunicazione; e tutti, prima o poi, ci finiscono in qualche modo ‘tritati’ dall’informazione che gira.
    
    I coniugi Rossi erano la coppia più interessante e simpatica del rione: lui, Antonio, vicino ai sessant’anni, era una persona distinta, sempre inappuntabilmente elegante, serio ed educatissimo, ma anche cordiale e cortese con le signore, ed era un alto dirigente di un’azienda che aveva sede in un comune vicino, arrivato forse quasi ai limiti della pensione; lei, Nicoletta, di alcuni anni più giovane, era una bella donna matura, che in gioventù doveva aver fatto girare molte teste per la sua bellezza prorompente, insegnava nel locale Liceo ed era apprezzata ed ammiratissima da colleghi, genitori, alunni e dirigenti; era quasi un piacere incontrarli quasi ...
    ... ad orari fissi, per fare la fila a comprare il pane o dal verduraio; più raramente in farmacia o in posta; e la loro vita, naturalmente, era quasi un libro aperto per le ‘comari’ che raccontavano tutto della loro quotidianità, fino alla brutta malattia che colse lei e in pochi mesi la spense.
    
    Antonio divenne così una sorta di oggetto misterioso delle ‘indagini’ di radio serva, che si chiedeva quale sarebbe stata la sorte del vedovo che si presumeva inconsolabile per l’intenso rapporto che i due avevano sempre dimostrato e che li teneva stretti in ogni momento come se vivessero l’uno in funzione dell’altro; a me era capitato spesso di ‘frequentarli’, se così si può dire di persone che si incrociano dal panettiere e stanno spesso anche un’ora in coda per la ressa del momento, scambiandosi le solite stupide amenità sul tempo e sul governo, oppure raccontandosi piccoli particolari marginali della vita quotidiana; qualche volta mi era parso di cogliere uno sguardo più appassionato di lui sul mio decolleté, quando, in primavera o in estate, uscivo con abiti più leggeri e meno oppressivi, oppure, nelle stesse occasioni, sulle trasparenze delle mie gonne e sugli slip che occhieggiavano dagli abiti; il tutto sempre con lo stesso garbo e la stessa eleganza che metteva in tutte le cose e che, in definitiva, facevano piacere e rassicuravano, in qualche modo.
    
    Quando lo rividi la prima volta, dopo la disgrazia, mi affrettai ad esprimergli la mia condoglianza e ad assicurargli la mia ...
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