1. Ti andrebbe di darmi il culo?


    Data: 10/07/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: FringuellinoCaldo, Fonte: Annunci69

    ... rimangono mica incinta! A nessuno fregava nulla della protezione dalle malattie. E’ andata bene, mai preso neanche un raffreddore.
    
    Inizialmente F. restò in silenzio, in apnea, ma con una strana smorfia sulla faccia. Poi si lasciò andare ad un ghigno, una sorta di sibilo che gli sfuggi dalle labbra.
    
    “Cazzo che bello!” esclamò “Sei uno schianto”.
    
    Si abbandonò un attimo, schiacciandomi sotto il suo peso, poi si rialzò. Io rimasi lì, con il culo aperto che ci avrebbe messo un po’ a richiudersi. Mi rivestii in silenzio, lui si ricompose.
    
    Mi disse che gli sarebbe piaciuto rivedermi.
    
    Ero talmente spanato che, per dire, il giorno dopo andai con M., mi chiese cosa avevo fatto perché non era mai entrato così facilmente, che il mio culo, a forza di cazzi, stava diventando largo come una figa, caldo, profondo e umido, come quella di una puttana. Ovviamente gli raccontai tutto come sempre a M., si eccitò come una bestia e ne fece due senza tirarlo fuori e dopo me lo mise in bocca, facendomi bere anche un po’ di piscio.
    
    La settimana dopo, stesso luogo e stessa ora. Ricordo che aveva portato un grosso telo da mare per stenderlo sul sedile, mi disse che la volta precedente avevamo sporcato, avevo sbrodolato come una cagna e meno male che se n’era accorto, altrimenti succedeva un casino, quella macchina la usava anche la moglie.
    
    Questa volta si spogliò completamente anche lui ed io mi misi carponi, col culo per aria come ero abituato a fare.
    
    Fu ...
    ... meno delicato della prima volta, forse caricato dalla posizione e mi fece un po’ più male. Comunque fu bravo a penetrarmi senza grossi problemi.
    
    “Che bel culetto tondo che hai… amore… ce l’hai come una figa… sei così servizievole… una bambolina… una brava servetta… una fidanzatina”
    
    Ci mise parecchio di più a venire, mi aprì in due come una cozza. Il bestione mi squassava le viscere adulandomi con le paroline dolci, mi fece girare poco prima di venire, voleva guardarmi in faccia mentre mi riempiva di sborra. Fece sempre così. Appena finito gli ripulii in cazzo con la bocca, aveva aumentato le esigenze. A me tutto questo piaceva, tantissimo.
    
    La cosa andò avanti per un po’, mi diceva sempre che ero la sua fidanzatina segreta, mi scopò ancora almeno una quindicina di volte, sempre con le stesse modalità di incontro, veniva a prendermi alla fermata dell’autobus. Gli feci anche dei pompini completi man mano che affinavo anche questa tecnica e diventavo bravo di bocca, anche se ogni volta facevo veramente fatica a farcelo entrare (uno glielo tirai la notte di capodanno, erano presenti tutti i miei con parecchie famiglie del paese, parenti compresi, dietro il capannone. La festa si teneva lì, ma quella notte meriterebbe un racconto a parte, andai anche con M. ed un altro paio di maschi, tutti assieme).
    
    Lui fu il primo degli uomini sposati, dei padri di famiglia che mi venivano a cercare.
    
    Tutta brava gente, che andava in chiesa tutte le domeniche.
    
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