1. GRAN BEL PASTICCIO -p5-


    Data: 06/07/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: coregone, Fonte: xHamster

    Ma l'insistenza e la violenza con la quale lavorava alla bocca di Giulia la costrinse a cedere e fece sparire fra le labbra quell'arnese non grande ma comunque di rispettabili dimensioni. Il bruto intanto aveva divaricato le gambe che si erano imperlinate di sudore dallo sforzo di respingere gli attacchi e con fatica cercava di infilarlo in quello stretto passaggio fra le labbra umettate di dolce nettare.
    
    Un urlo soffocato e il respiro affannoso di Giulia le fecero stringere i denti, ben affilati, su quel pene che le ostruiva la bocca. Strinse così tanto che un rivolo di sangue comincio ad uscirle dagli angoli della bocca. Il tizio cominciò ad urlare e le sferrò un pugno in pieno viso. Il collo di Giulia si piegò all'indietro e si abbandonò svenuta. La sua inerzia ora permise al Bruto di affondare agevolmente e prese a montare Giulia con una foga da mattatore. Colpi cruenti e sonori scandivano il tempo interminabile che gli occorse a sfogare sul petto della sventurata tutta la sua rabbia. Un ristagno di sperma si concentrò nel solco fra il seno e il costato. Gli altri eccitati dalla vista di quel corpo stupendo e dall'atto sessuale, dopo un'estenuante masturbazione glassarono il viso e il seno di Giulia che rinvenuta cominciò a tossire sangue e sperma.
    
    -Cazzo, ma che pensieri ti vengono.- Ero proprio fuori. Anzichè escogitare un modo per uscire, mi infilavo in pensieri assurdi.
    
    Il freddo cominciava a indolenzirmi le mani e i piedi. Non riuscivo a capire quanto ...
    ... tempo potesse essere passato e temevo il peggio, quando lo spiraglio di luce sparì e non sentii più nessun rumore.
    
    Ricominciai a gridare e a picchiare sul portello del frigorifero che mi avrebbe ucciso. Che serata di merda. Volevo scopare e invece finivo surgelato in un cazzo di bar del porto.
    
    Mi calmai e sentivo mugulare al di fuori; i tentativi di capire cosa si dicesse al di la del buco in cui mi trovavo erano vani.
    
    Ad un tratto il portello si aprì: - dai, pirla, esci. Fai in fretta e stai zitto. Sei stato proprio un coglione, lasciavi perdere e forse sarei riuscita a calmarlo.- Era la barista, la voce era la sua bassa ma comunque stridula.
    
    -Grazie, ma dove siamo non vedo nulla- dissi
    
    -Stai zitto, scemo, altrimenti mi farai passare dei guai- indispettita mi prese per mano e sentii subito un sollievo indescrivibile nel calore che mi avvolse.
    
    Mi trascinò fuori dal locale e mi indicò una via dove non avrei incontrato nessuno.
    
    -Vai e vedi di non tornare-
    
    - Si ma Giulia?-
    
    - Ci penserò io, adesso vai- dentro sè pensava a quanto ero coglione. E forse lo ero proprio stato. Ma al momento mi sembrava la cosa migliore.
    
    Mi misi a correre e con un dolore lancinante ai piedi cominciai a frugarmi nella tasca in cerca del telefonino e del portafogli.
    
    Pensai che ero stato proprio un pirla a non pensarci prima. Avrei potuto telefonare e... ma ecco che pirla lo ero in quello stesso momento, perchè in tasca non mi avevano lasciato ne portafogli, ne cellulare e ...
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