1. Il mio pensiero va a...


    Data: 05/07/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: ivrea69, Fonte: Annunci69

    Finalmente a casa. Chiudo la porta, appoggio lo zaino con il PC, mi tolgo la giacca e un profondo respiro liberatorio. E’ stata una giornata lunga e stancante. Mi sono dovuto alzare presto in quanto il giorno prima il mio capo mi aveva chiesto se potevo andare in sede per una riunione con un fornitore e poi perché’ aveva bisogno di vedere con me delle cose importanti, avremmo potuto anche farlo con una video chiamata, mi aveva detto, ma farlo fianco a fianco sarebbe stato più semplice e piacevole. E nello scrivermi ciò mi aveva mandato un icona con un occhiolino. E’ da sei mesi che è arrivato in azienda e non sono ancora riuscito ad inquadrarlo. E’ 16 anni più giovane di me e ha un modo di fare gentile, piacevole, simpatico. Devo dire che quando devo andare in sede presto maggior attenzione a come mi vesto ed ad essere sempre ben rasato e profumato. E così al mattino svegliato presto per una bella doccia calda, mi sono fatto la barba con massima accuratezza, messo l’olio sulla barba per renderla morbida ed ordinata e quella spruzzata di profumo sul collo e sul petto. Mentre ero in macchina che percorrevo quei 150 km mi arriva un messaggio del mio uomo. “Dai tesoro che oggi andrà tutto bene, sii positivo. Un grosso bacio.
    
    Ci sentiamo sta sera. Anche io oggi lavoro tutto il giorno”. Ricambio il saluto dicendogli che sono già in viaggio e che fortunatamente al momento non c’e’ traffico.
    
    Quando arrivo in ufficio i colleghi con il capo non ci sono, devono essere al bar. Mi ...
    ... piazzo alla scrivania libera ed inizio a sistemare PC. Arrivano nel frattempo le colleghe e mi dicono che non mi avevano avvisato che erano andate al bar perché’ il capo non voleva che mentre guidassi venissi disturbato. Premuroso. Quando sopraggiunge mi saluta con un bel sorriso mi viene incontro e mi stringe la mano dicendo “che bello che sei già arrivato!” e mentre mi chiede se ho fatto un buon viaggio mi chiede se voglio un caffè e mi spolvera; la spalla come se avessi qualcosa sulla camicia. Parliamo di lavoro, delle mie scadenze lavorative e sui punti aperti da vedere con il fornitore. Poi andiamo all’incontro e tutto fila liscio. Mi chiede se ho voglia di andare a mangiare con lui un boccone nel bar all’angolo oppure se voglio andare con tutti quanti in mensa. Ma si certo andiamo insieme e così prendiamo una boccata d’aria. E così mentre mangiamo mi dice del suo hobby della fotografia che nel prossimo ponte che c’è tra una settimana avrebbe voluto andare a Barcellona ma che si era mosso tropo tardi e non aveva trovato posto con prezzi abbordabili. Mi chiede invece cosa farò io. Poi rientrando dalla pausa pranzo inizia a raccontarmi del problema lavorativo per il quale ha bisogno della mia esperienza. E quando arriviamo in ufficio ci mettiamo alla stessa scrivania uno di fianco all’altro e iniziamo a lavorare. Il lavoro prende forma ed arriviamo ad ottenere il dato di cui aveva bisogno. Ora lui si sposta sul suo pc per la formalizzazione del dato mentre io procedo con la ...
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