1. Esperienza dom. seconda parte


    Data: 26/06/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: SerioDiscreto, Fonte: Annunci69

    La vidi così emozionata e in un certo senso felice per essersi liberata di questa “costrizione” dettata dalla cultura e dalla società odierna che, con un gesto d’amore, la presi in braccio e la coccolai sul divano come avrebbero fatto due innamorati.
    
    Siamo rimasti così, immobili, per quasi mezz’ora, poi lei si è ritirò dal mio abbraccio e mi sorprese ancora una volta: era ritornata nella sua posizione da schiava inginocchiata sul pavimento liscio e con le mani dietro la testa.
    
    Forse avevo trovato la schiava che cercavo da tempo.
    
    A quel punto nonostante fossi anch’io preso emotivamente dalla situazione e mi fosse balenata l’idea di smettere mi alzai e uscii dalla stanza, presi una manciata di mollette per il bucato e tornando in sala la vedi che accennava un sorriso…
    
    Le serrai la prima molletta al capezzolo sinistro, un gemito prolungato mi fece capire che le faceva veramente male ma non si muoveva di un millimetro, allora appesi la seconda all’altro capezzolo e lei si piegò leggermente in avanti per il dolore… in effetti le mollette da bucato non sarebbero proprio adatte a questi scopi se una persona non è allenata: le molle sono molto forti e quindi la stretta lo è altrettanto. Ma lei resistette.
    
    Passai alle labbra della figa che peraltro sono ben sporgenti e in una manciata di secondi la ritrovai a far dondolare le mollette più presa dal dolore che dal piacere.
    
    Decidetti di lasciarla così per un po’, mi sedetti e la ammirai nella sua devozione. Ogni tanto ...
    ... le facevo dondolare i piccoli seni per farle sentire bene la stretta e lei con una leggera lacrima che le rigava il viso rimase comunque forte e resistente. Le accarezzai la figa e la scoprii bagnata, molto bagnata. Le infilai un dito, senza forzare alcunchè, poi due, poi tre, la masturbai piano con tre dita in figa e preso dalla perversione le feci leccare indice e medio dell’altra mano per poi forzare il suo ano strettissimo. Faticai ad entrare per le sue resistenze ma alla fine fui li, immobile con Lei impalata su di me.
    
    - “Grazie Padrone…”
    
    - “E’ quello che meriti cagna. Ma non ho finito”
    
    Avevo diverse candele nei cassetti di casa e dopo essermi sfilato dal suo corpo andai a prenderne una non troppo grossa e le dissi:
    
    - “mettiti a 4 zampe come le vere cagnoline e attendi ad occhi chiusi.”
    
    - “Si padrone”.
    
    Detto questo da buona schiava si mise a pecora e potei notare come il poco peso delle mollette fosse ancora molto fastidioso sui seni e la fica. I suoi movimenti erano lenti e delicati per non sentire troppo male.
    
    Prese le candele tornai da lei che diligentemente aveva gli occhi ben chiusi e ne infilai una nella figa già semi aperta e iniziai un andarivieni lento ma profondo. Trasalì e inizio a sentire il dolore trasformarsi in piacere. Ancora pochi affondi e dopo averla tolta piena di umori e ben riscaldata le ordinai:
    
    - “Ora cagna puoi masturbarti ma non puoi venire. Io intanto allargherò questo culo da troia che hai.”
    
    - “Si Padrone”.
    
    Ormai ...
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