1. Saga familiare 1


    Data: 25/06/2019, Categorie: Anale Sesso di Gruppo Lesbo Autore: iincest, Fonte: xHamster

    Tutti avevano cominciato a chiamarlo “il nonno” una ventina di anni prima, quando Davide cominciava ad articolare le prime parole e a distinguere le persone.
    
    Ma Luca non si sentiva e non era affatto “un nonno”: di lui si sussurrava che conoscesse il pelo naturale delle donne del paese più della levatrice (perché molte che aveva visto bene non avevano mai partorito); e senza dubbio aveva un bel percorso alle spalle... e non solo.
    
    Proprio per questo eccesso di fiducia in se stesso, era incorso nel più banale degli incidenti: una scala che scivola, nessuno a sostenerlo (non lo avrebbe mai permesso) e le clavicole che si spezzano.
    
    Per fortuna, all’ospedale lo avevano messo bene in sesto: solo, restava letteralmente
    
    “inchiodato” ad una bardatura di gesso leggero che gli impediva l’uso delle braccia e delle mani.
    
    Quando lo riportarono a casa, restai di sasso, perché sapevo che in ospedale dovevano assisterlo in tutti i gesti, anche i più semplici; ma Antonio mi assicurò che sarebbe venuto un infermiere e che si sarebbe trattato solo di poche ore: l’indomani era previsto che gli togliessero la bardatura.
    
    La mattina seguente, trovai Antonio sveglio alle prime luci: si preoccupava per suo padre ma doveva andare a un appuntamento decisivo.
    
    Mi chiese di assistere “il nonno” fino all’arrivo dell’infermiere; lo rassicurai e andò via sereno.
    
    Scesa al pianoterra, trovai Luca in grande agitazione: seduto sul letto, bestemmiava e malediva sottovoce.
    
    “che succede” ...
    ... “fatti miei…” “posso aiutarti?”
    
    “nessuno può aiutarmi…” vidi che si contorceva e un sospetto mi colse immediato: “Devi andare in bagno?” attimo di silenzio “Sii … maledizione. Neppure a pisciare riesco da solo!!!”
    
    Mi venne da sorridere “Dai, non fare il bambino … ti aiuto io”. Mi guardò stralunato “Davvero lo faresti!?!” “Certo… vieni” e lo presi per il braccio bloccato in alto.
    
    Mi seguì docile come un bambino; in bagno, l’imbarazzo era evidente, quando mi toccò abbassargli i pantaloni; ma fu ancora maggiore la sorpresa quando vidi il bastone di carne che gli scendeva tra le gambe: adesso capivo uno dei motivi che gli avevano assegnato tanto successo con le donne; al suo confronto, il cazzo di Antonio era un grissino.
    
    Superato il momento, mi diedi da fare per accostarlo al water e gli presi il cazzo tra le dita per orientare il getto; quando ebbe svuotato la vescica, accennai a scrollare le ultime gocce … e il cazzo partì in una erezione improvvisa e irresistibile: mi trovai tra il pollice e l’indice una mazza di 25 centimetri al tempo stesse affascinante e spaventosa.
    
    “Ricordati la barzelletta sui monaci: la terza scrollata è considerata sega” ironizzo il nonno; gli feci un gestaccio con la mano e lo spinsi sul Adv
    
    bidet.
    
    Qui fui obbligata a lavarlo accuratamente e, inevitabilmente, i miei massaggi diventarono carezze che fecero crescere all’infinito la tensione di quel cazzo straordinario.
    
    Cercando di apparire disinvolta, nonostante il fiume di umori ...
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