1. Le grosse tettone di mia zia


    Data: 20/11/2017, Categorie: Hardcore, Maturo Tabù Autore: blowes, Fonte: xHamster

    All'epoca studiavo per un concorso e allo stesso tempo provavo a rilassarsi dopo una stagione stancante di lavoro. Gli zii sono una coppia di contadini di mezza età avanzata, che conosco da sempre: zia Vanna è la sorella maggiore di mia madre, una tranquilla casalinga di 57 anni, madre e nonna esemplare, molto affettuosa con me, mi ospita spesso con piacere, considerandomi anche un piacevole diversivo per la monotona vita in campagna, dove la coppia vive sola per molta parte dell’anno. Lo zio Ciccio ha dieci anni in più della moglie, è un brav’uomo, gran lavoratore, di poche parole. Un’atmosfera quindi tranquilla, familiare, con la zia che cucinava volentieri succulenti piatti per il marito e per me.
    
    Da quando aveva dodici anni segretamente ammiro il corpo di mia zia. Lei è piccolotta, tendente al robusto, dotata di un grosso culo sporgente, ma soprattutto di grandi poponi, due favolosi cocomeri di carne. Certo so che è un tabù spaventoso, vista la moralità e l’assoluto orrore per il sesso che pervade la mia famiglia, ma si sa bene che dove c’è tabù, c’è desiderio. Durante l’adolescenza la spiavo, le sottraevo dal cesto dei panni sporchi incredibili reggiseni e mutande e, annusandoli, le dedicavo furiose seghe. Adesso la zia era appesantita e ingrigita, la guardavo di sottecchi, stava sistemando la biancheria, indossava una gonna sufficientemente aderente per far risaltare i ponderosi glutei, quando si girava di fianco potevo vedere le massicce tettone che gonfiavano ...
    ... prepotenti la maglietta marrone. Cavolo, la vecchia mi faceva ancora arrapare. L’idea di spogliarla, palparla e infine montarla era esaltante. Pensavo: “Cazzo, nonostante tutto, me la fotterei alla grande. Sarò forse maniaco?” Il solo pensiero di immergere il mio sesso nella rispettata vecchia fica di quella massaia cinquantenne mi fece indurire del tutto il membro e dovetti aggiustarlo nei pantaloncini. Cosciente che tutto sarebbe rimasto un depravato, volgare e segreto desiderio inappagato, pensai di sfogarmi con una classica pippa. Pensai che ripetere l’esperienza poteva essere gradevole, ma volevo farlo bene. Di nascosto salii in camera da letto degli zii, al piano superiore. L’aria era ancora pregna di fiati notturni e di sudore. Perfetto. Nella penombra tirai fuori il pene turgido e iniziai a massaggiarlo mentre annusavo le coltri: Continuando a masturbarmi, con l’altra mano frugavo il cesto con gli indumenti intimi della zia da lavare. Trovai un paio di mutandine e le leccai, poi le sfregai sul pene; lavoravo di immaginazione e pensavo alla zia che si spogliava, divaricava le cosce, e mi offriva la fica. Nella fantasia c’era posto pure per lo zio che ci guardava eccitato e ci incitava a fottere. Presi un reggiseno di dimensioni assurde e lo arrotolai intorno al cazzo. Immaginai le mongolfiere di carne bianca che si sfregavano sul mio petto, la fica calda e accogliente che me lo succhiava. Era meglio di qualsiasi porno. Sborrai nel cestino. Mi nettai il glande e mi sistemai ...
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