1. Vita col Trans


    Data: 18/06/2019, Categorie: Sensazioni Trans Autore: Giovanna, Fonte: RaccontiMilu

    ... mentre con le dita adunche e bramose ci cercavamo i vestiti per toglierci dall’impaccio.
    
    Poi Frà mi trovò il cazzo e lo strinse forte nella mano, lei era sopra di me; mi bastò abbassare la testa per baciarle, leccarle e succhiarle i seni turgidi.
    
    Lei iniziò a scendere e salire con la mano storta, masturbandomi in modo evidentemente … preparatorio. Credevo che poco dopo sarebbe scesa verso il basso per prendermelo in bocca… ma non lo fece.
    
    Probabilmente si dannava da giorni, anche se provava a resistere: capii che, per prima cosa, voleva sentirsi tutta mia.
    
    Inaspettatamente sotto i suoi pantaloncini leggeri, lei aveva una seconda mutandina, nera di pizzo, a perizoma. Le chiappe lisce come quella della più amabile delle femmine e morbide, arrendevoli, erano in bella mostra, a disposizione delle mie carezze, ma il suo pene era racchiuso negli slippini, davanti, che lo nascondevano come una coppa… sembrava quasi avesse la vulva… una vulva molto rigonfia e sviluppata.
    
    Francesca si voltò e si mise in piedi, al mio fianco, leggermente prona. Ogni tanto guardava dietro, come ammiccando, invitante.
    
    Dal divano iniziai a carezzarle il culo, passando la mano anche sotto il sottile filo delle mutandine, sentire lo spacco sotto i polpastrelli mi caricò di mascolinità, divenni quasi aggressivo.
    
    A volte con le ragazze avevo inculato ma era sempre stata una specie di… conseguenza del sesso, dell’amore. Un gioco come tanti. Quelle a cui piaceva lo gradivano e, insieme a ...
    ... loro, ne godevo.
    
    Ma quella volta, con Fra’ era diverso, oltre al desiderio, mi sentivo infoiato, arrapato dalla sua attesa del mio cazzo. Si guardava ogni tanto alle spalle come se volesse valutare quando ancora le restava prima di essere impalata…
    
    La volevo sotto, la volevo sfondare, la volevo profanare: come per rompere quell’incantesimo, quell’amicizia insulsa; io ero il suo maschio, basta ipocrisie, adesso dovevo scoparla per bene, fino all’ultimo, fino all’estremo.
    
    Mi voltai e sedetti, senza false ritrosie mi fiondai dietro il suo culetto e, spostato il filo di stoffa, le baciai le chiappe, poi il culo, infine le leccai l’ano, morbidissimo e cedevole.
    
    Il mio pescione non era mai stato così gonfio e affamato, le sputai nel culetto e mi misi in piedi. Lei si abbassò ancora di più… e fu questione di poco, glielo ficcai tutto dentro fino ai coglioni.
    
    Francesca accusò il colpo ma senza un lamento, forse le piacque sentire un po’ male.
    
    Si poggiò con le mani sul tavolino mettendosi del tutto a pecora, mentre ancora teneva il cazzo tutto in corpo.
    
    Inizia a chiavare con tutta la decisione. Mentre la tiravo per i fianchi meravigliosi lei stringeva le chiappe per farsi sentire ancora di più…
    
    Era esperta. Quando capì che avrei potuto venire anche subito, sgusciò da sotto allo stantuffo, lasciandolo penzolare nell’aria.
    
    – Aspetta, amore – disse – non avere fretta… ne voglio un sacco, stanotte!
    
    Si voltò e ci baciammo in piedi, quando mi vide più calmo, si ...
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