1. Le confidenze di gabri parte iv


    Data: 17/05/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Oldplace, Fonte: Annunci69

    Le confidenze di Gabri - Parte IV
    
    Marco abitava vicino a casa sua e al piano terra della sua abitazione aveva un garage, usato anche come magazzino, con la saracinesca, di giorno, sempre aperta.
    
    Un mattino, siamo ancora all'estate dell'iniziazione, passando lì davanti, Gabri vide all'interno l'amico indaffarato attorno a un motorino ed entrò. Marco alzò gli occhi e alla vista dell'amichetto sorrise sornione invitandolo ad entrare. Gli diede un bacino sulle guance chiedendogli che ci facesse lì. "Ti ho visto e sono entrato" fu la sua semplice risposta. Lo sguardo del ragazzino era andato alla patta, ed ebbe l'impressione che si stesse gonfiando. L'altro se ne avvide e la reazione del suo uccello fu proprio quella che Gabri stava immaginando. "Lo vuoi?" gli chiese. "Vieni", aggiunse, e lo portò in fondo al magazzino, dietro a un mucchio di attrezzi agricoli. Cominciò a toccargli il culetto mentre lo sbaciucchiava e poi si tirò fuori l'uccello guidandogli con una mano la testa verso l'inguine. Gabri non si sottrasse all'invito e cominciò a succhiare come già aveva imparato a fare bene sia con lo zio che con lo stesso Marco. Leccava quel bell'uccello sollevando ogni tanto gli occhi per vedere il viso soddisfatto del ragazzo che ad un certo momento lo tirò su, lo girò di spalle e gli abbassò i pantaloncini mettendogli allo scoperto il culetto. Lo fece chinare in avanti, gli bagnò il buco con la saliva e adagio adagio cominciò ad infilargli dentro l'uccello.
    
    "Ti piace il ...
    ... cazzo, vero Gabrié?" "Sì", rispose con un filo di voce il ragazzino, suonandogli però un po' male la parola "cazzo". Lo zio diceva invece abitualmente "uccello" e con lo stesso appellativo lui pensava ad esso...
    
    Gli capitava spesso di passare da quel magazzino, ma non per caso. E se c'era l'amico si avviava direttamente verso l'interno, dietro al mucchio di roba che impediva la vista dall'esterno. E non aspettava che gli si dicesse per abbassarsi i pantaloncini e perché si chinasse per offrire il culo. Tutti quegli incontri nel magazzino si svolgevano sempre nello stesso modo: Gabri andava nel retro, si abbassava i pantaloni, senza sfilarseli completamente e lo stesso faceva Marco perché potessero ricomporsi velocemente se fosse inaspettatamente entrato qualcuno. Tenendolo saldamente per i fianchi, Marco lo scopava velocemente e gli si scaricava dentro. Ripieno del suo sperma, Gabri tornava a casa per ripulirsi e spesso le sue mutandine portavano le tracce di quegli incontri. La parola "cazzo" cominciò a non turbarlo più di tanto, anche se continuò a chiamarlo "uccello".
    
    Così trascorse l'estate della sua iniziazione al sesso. A fine estate il suo buchetto riceveva gli uccelli dei due ragazzi senza nessuna difficoltà, ma non capitò più di essere scopato da entrambi i ragazzi assieme perché lo zio lo voleva tutto per sé, e anzi ogni tanto gli ricordava che il culo doveva darlo solamente a lui e non ad altri. Gabri lo rassicurava sempre di questo ma ebbe sempre il dubbio ...
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