1. Saldamente ancorata


    Data: 13/05/2019, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Con tutte le buone intenzioni della sera precedente, con i necessari intenti della trasferta che avevo pianificato con cura e nonostante fossi partito addirittura di buon’ora, verso le undici della mattinata mi trovavo un’altra volta accodato lungo la trafficatissima tangenziale, con il telefono spento per sfuggire a tutto il mondo e in verità oltracciò nei confronti di Agnese. In quella giornata piovigginava di continuo, c’era persino una densa caligine, la visuale limitata come poche volte in quel tratto della movimentata circonvallazione, sicché mi sono fermato all’autogrill per un caff&egrave, per uscire una mezz’ora dopo dall’inconcepibile e pazzesco codazzo di quei numerosi autoveicoli e là dall’area di servizio l’ho chiamata.
    
    Lei aspettava il mio arrivo per le dieci e mezzo al massimo, ed era piuttosto esasperata e imbestialita per il mio ritardo, in quella circostanza m’ha investito con un’inimicizia, un malanimo e con un’ostilità che dapprincipio non le conoscevo, sicché ho troncato le sue rimostranze quasi subito riattaccando, sono saltato in macchina e a mezzogiorno finalmente ero da lei. Il pranzo era già pronto, tuttavia ancora prima d’iniziare non ha resistito alla tentazione d’aggredirmi violentemente con una nuova ramanzina sui miei ritardi, senza preoccuparsi delle mie veritiere giustificazioni, per il traffico, per la distanza, per la pioggia battente e quant’altro.
    
    Abbiamo consumato il pasto in fretta accerchiati da un silenzio glaciale e ...
    ... scostante, io guardavo nel piatto, lei non so dove. Poi, mentre lei preparava il caff&egrave, mi sono seduto sempre imbronciato sul canap&egrave davanti al fuoco per fumarmi una sigaretta, in tal modo potrò distendermi i nervi ho pensato in quel frangente. Dopo poco lei, sempre in completa incomunicabilità si &egrave seduta accanto a me sul canap&egrave porgendomi una tazzina di caff&egrave, in quella circostanza io le ho adocchiato le sue gambe nude, in quanto indossava una gonna cortissima di colore rosso. Io ero ancora adirato e stizzito con lei, mi sentivo in dovere che dovevo castigare quella megera bellicosa e irruente, mentre la mia inventiva ponderava su come poter adeguatamente domare e sminuire la sua alterigia di femmina, magari costringendola a soddisfarmi seppur malvolentieri.
    
    E’ stato però un attimo, perché lei era già in ginocchio, in quanto mi stava sbottonando i pantaloni, celermente si era accorta dell’effetto che mi avevano fatto le sue splendide gambe, dal momento che non ha faticato a raggiungere il suo obiettivo e ad impadronirsene in pieno. Si &egrave prodigata nella sua esibizione preferita con passione ancora più ragguardevole del solito: mi lavorava il cazzo abilmente con le mani succhiandolo in maniera sublime, muovendo la testa avanti e indietro. Quello che compiva era un’azione fuori dall’ordinario, perché ben presto ho iniziato a gemere e a sospirare. Lei, quasi meravigliata, ha interrotto quel fantastico pompino e sollevandosi un poco ha tentato di ...
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