1. Io e M... 03


    Data: 06/05/2019, Categorie: Prime Esperienze Tabù Voyeur Autore: BelMoroItaliano, Fonte: xHamster

    Passai dall’ufficio del professor Oscar, e la segretaria, una racchia brutta e scorbutica, mi diede un pacchetto rosso chiuso con un nastro di satin nero. Quando ritornai a casa (vivevo ancora con i miei genitori, i quali erano sempre via per lavoro) e fui da sola nella mia cameretta, lo aprii, e dentro c’era un vestitino nero molto corto e stretto, e quando lo indossai mi resi conto che non riusciva a coprire del tutto le natiche, e se cercavo di tirarlo giù mi uscivano fuori le tette. Era imbarazzante, come se fossi nuda. E tentavo e ritentavo, ma il risultato era sempre lo stesso; assomigliavo ad una pornodiva. Guardai l’orologio e capii che era ora di andare, così raccolsi la borsetta e mi avviai verso la porta.
    
    Fuori al portone di casa era parcheggiata una lussuosa limousine. Mi domandai di chi fosse; nel nostro isolato abitavano certamente un sacco di professionisti, di quelli che non badavano a spese. In realtà non ci feci neanche tanto caso, perché auto di quel genere ne vedevo spesso lì nei paraggi, così me ne andai per la mia strada quando ad un certo punto sentii qualcuno che mi chiamava.
    
    - Signorina – mi girai verso la limousine e vidi un’autista in uniforme che si sbracciava per attirare la mia attenzione. – Signorina, venga. Sono l’autista del professor Oscar, mi ha incaricato di venirla a prendere.
    
    L’autista era un elegante signore di mezza età, con modi di fare da lord inglese, e quando mi avvicinai alla macchina lui mi aprì la portiera con un gesto ...
    ... delicato, togliendosi prima il cappello con la visiera, e allora io mi accomodai sul morbido sedile e lui richiuse lo sportello e fece il giro della macchina per mettersi al posto di guida. Non dissi una parola per almeno dieci minuti, perché mi domandavo in continuazione come facesse a sapere dove abitavo. Poi però mi resi conto che per lui non doveva essere tanto difficile rovistare tra i documenti dell’università; da qualche parte infatti doveva esserci anche una mia scheda con i dati personali. Ma sì, mi dissi, un giochetto da ragazzi.
    
    - Il professore è davvero fortunato – disse ad un certo punto l’autista, il quale nonostante il caos di macchine che c’erano in giro, riusciva a mantenere sempre una pazienza spropositata.
    
    - Perché?
    
    - Cenare con una creatura delicata e raffinata come lei, se questa non è fortuna, mi dica signorina, lei come la chiama?
    
    - Lei come si chiama?
    
    - Oh beh, io mi chiamo Armando, signorina. Armando.
    
    - Armando, immagino che il professore abbia più denaro di quanto si possa immaginare, se ha mandato una limousine a prendermi.
    
    - Beh, il professore non può lamentarsi di questo – rispose. – Con il tempo, è riuscito a mettere via una discreta somma di denaro per vivere nell’agiatezza. A proposito, quasi dimenticavo di dirle che il professore ha registrato un messaggio vocale per lei. È pronta ad ascoltarlo?
    
    - Va bene Armando, me lo faccia sentire.
    
    Con una mano l’autista cercò un cd all’interno del cruscotto, e lo inserì nello ...
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