1. Il collare


    Data: 14/04/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: HermannMorr, Fonte: Annunci69

    " .... E le tue mani suonano dolci note per me Seguendo un canto che ormai limiti non haaa..... "
    
    Cavallo Bianco dei Matia, però con la voce di Silvia Mezzanotte. Il suono si espandeva a spirale per il soggiorno, la seguiva con i movimenti del suo corpo, ruotava a braccia larghe, la testa reclinata sulla spalla.
    
    La pelle aveva ancora il profumo del bagnoschiuma, la musica era una doccia dello spirito che ripuliva le piccole noie di una giornata in ufficio, la danza alleggeriva i muscoli, scioglieva la tensioni del giorno.
    
    Le sere in cui prendeva servizio doveva essere un'altra persona, al meglio delle sue possibilità.
    
    La sua casa era ben riscaldata, poteva togliere l'accappatoio e dedicarsi nuda alla toilette. Prima ancora del trucco e dei vestiti prese dal cassetto un laccio di seta nera, alto e sottile, da fissare al collo.
    
    L'atto con cui annullava la sua esistenza normale e diventava un'altra persona, la Schiava.
    
    Indossato il marchio della sua condizione passò a prepararsi con cura, il Padrone non avrebbe tollerato imperfezioni, nemmeno un filo di esibizione volgare. Aveva capelli, sopracciglia, occhi di un nero profondo che contrastava con la pelle bianca. Era leggera, minuta, seno piccolo, naso appena all'insù, labbra sottili. Ci sono donne che sembrano nate apposta per portare i capelli a caschetto, come antiche egizie, difficilmente avrebbe trovato un'altra pettinatura adatta al suo viso. Le calze autoreggenti con la riga nera dietro, sul labbro ...
    ... doveva rimanere un velo di peluria, tutto secondo il gusto del Padrone.
    
    Ottimo gusto doveva riconoscere, guardandosi allo specchio a figura intera con il completo tailleur, gonna, scarpe verniciate. Il giaccone avrebbe protetto quei tesori dagli sguardi e dal freddo nel tragitto, Venere tascabile in pelliccia.
    
    Suonò il campanello, le fu aperto senza una parola al citofono, salì le scale, la porta era socchiusa.
    
    Lui era nel salotto a leggere tra i quadri e i tappeti, come sempre. Lei chiuse la porta e senza dargli disturbo andò direttamente in cucina, si spogliò lasciando solo le calze e il collare, cominciò a preparare il the.
    
    Il Padrone avrebbe apprezzato la sua eleganza dopo, quando si sarebbe rivestita alla fine.
    
    Nell’attesa che l’acqua bollisse contemplava il paesaggio invernale fuori dalla finestra, la neve sui tetti, le nuvole che sembravano animate da una luce propria. Così abbandonato, fermo come se fosse dipinto, tutto il contrario delle emozioni che le ribollivano dentro nell’anticipazione di quel che stava per accadere.
    
    L’acqua era pronta, il Padrone aveva molte miscele diverse, alcune in bustine, altre in vasetti di vetro.
    
    Era necessario intuire quale aroma sarebbe stato più adatto al suo umore in quel momento, senza nemmeno averci parlato, solo in base all’intensità del suo silenzio.
    
    Difficile, ma è una delle piccole magie che distinguono la Schiava perfetta da quella solamente buona.
    
    Sempre in silenzio, con passi misurati, entrò nel salotto ...
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