1. Cristina e il capo – Quarta parte


    Data: 22/03/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Newgitre, Fonte: RaccontiMilu

    Ore 9,45. Il telefono sulla scrivania di Cristina squilla e lei prende il ricevitore, scosta l’orecchino e risponde. E’ il capo. Erano passati 10 giorni dall’incontro con lo straniero e Cristina si sentiva ancora parzialmente in balia dell’onda lunga degli incontri a cui aveva partecipato. A casa riusciva a sostenere, non sempre in maniera agevole, la situazione; delle volte la sensazione di essere diventata una puttana la prendeva alle spalle e la lasciava senza fiato ma sapeva e sentiva dentro di se che quello che era accaduto non era una cosa qualsiasi. Il suo bisogno di sentirsi veramente una donna desiderabile, una vera ‘femmina’, a volte urlava e quando si era concessa una sera al marito lo aveva fatto con decisione, lasciandolo un po’ stupito, ma favorevolmente. Lo aveva spompato e lui era rimasto basito di fronte all’irruenza della moglie. Lo aveva amato con forza ed era stata anche molto esplicita nelle parole. Sdraiata sul tavolo gli aveva chiesto, mentre lui la possedeva in piedi, di leccarle il culo. “Leccami il culo” gli aveva chiesto senza dire altro e con decisione. Lui si era chinato a farlo e poi lei ha detto ancora: “Fammi godere adesso e fammi sentire come godi dentro di me”. Lui non era riuscito ad avere una erezione che bastasse a penetrarla con facilità e ci ha dovuto mettere un po’ per riuscirci, ma quando finalmente le entrò nel culo lei ha cominciato a dirgli “Dai, sbattimi, sono tua, sono la tua troia adesso, dai spingi”. Lui sul momento aveva ...
    ... gradito la cosa e ha spinto fino a sentirsi scoppiare e anche se ogni tanto il cazzo gli scivolava fuori dal retto, portò a termine l’operazione svuotandosi parzialmente dentro di lei e poi sul bordo dell’ano. “Questa si che è un’inculata” disse lei dopo 5 secondi. Lui si stupì del comportamento di lei e stette lì a pensarci un po’ su e il giorno dopo le chiese spiegazioni del suo comportamento ‘anomalo’. Lei gli disse che lo faceva per lui, per fargli capire quanto lo amava e desiderava e che se a lui era piaciuto lo avrebbe fatto cento volte ancora. Lui parve accontentarsi della spiegazione, chissà!
    
    Con me invece non ci furono rapporti né spiegazioni o racconti di ciò che le era accaduto a lavoro. Ma io sono solo un amante, per di più il tempo a disposizione per ‘noi’ è sempre stato veramente poco. Insomma, non ne sapevo niente, si erano però diradati un po’ i contatti e questo l’avevo notato ma preferivo non affrontare l’argomento, credevo fosse fisiologico, in un periodo in cui lei stava cercando di recuperare il suo rapporto a casa.
    
    Ma adesso il capo la stava chiamando e lei temeva (ma sotto sotto sperava) che la chiamasse per un altro appuntamento, magari con lo stesso uomo dell’altra volta. In parte il suo timore-speranza si concretizzò. Nel suo studio le chiese se poteva accompagnarlo, stavolta di pomeriggio, dalle 14 alle 16, in un appartamento nella immediata periferia della città dove lavorava, con un tipo che doveva passare delle informazioni inerenti il loro ...
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