1. Karina e Vladimir cap.2 - La scopata in ufficio


    Data: 20/03/2019, Categorie: Etero Autore: FrancoT, Fonte: EroticiRacconti

    “Quando sei con me, sia che siamo al lavoro, sia che siamo a spasso, devi essere porca. Punto. Non voglio vedere pantaloni, sneakers, ballerine, gonne lunghe o cose del genere. Sono stato chiaro?”.
    
    Vladimir glielo aveva detto ridendo, ma con tono autoritario. Era accaduto in quel pomeriggio di sesso, nell’ufficio dirigenziale situato al terzo piano della palazzina dove aveva sede la società per cui lavoravano nel centro di Mosca.
    
    Karina non aveva potuto non notare l’inflessione dell’accento ucraino che l’uomo portava con sé fin da quando era emigrato con la famiglia molti anni prima da Kiev. Era la stessa cosa per lei che veniva da Cracovia in Polonia e che non aveva comunque ancora perso la sua inflessione, nonostante fossero anni che vivesse in Russia. Erano stranieri entrambi ed il karma li aveva fatti incontrare.
    
    Dopo quella sera in albergo, non si erano più visti fino al lunedì mattina.
    
    Nel corso del weekend Karina si era riposata ed aveva smaltito gli effetti della ripassata che Vladimir le aveva inferto quel venerdì sera, nel corso del loro primo incontro di sesso. Lui non l'aveva contattata nel corso del weekend e lei aveva fatto lo stesso. Al lunedì mattino lui non era in ufficio e non si era fatto vedere nemmeno al martedì. Sulla sua agenda c'erano diversi appuntamenti fuori sede per i quali aveva preso anche un volo aereo. Si erano rivisti solo al mercoledì quando lui era rientrato in ufficio.
    
    Si erano incontrati, insieme a diverse altre persone ...
    ... alla macchinetta del caffè attorno alle 9:30 e lui, come aveva fatto qualche giorno prima, l'aveva scopata già con lo sguardo. Effettivamente Karina era una delle donne più belle della sede, forse la più sensuale e femminile tra le ragazze assunte in quegli uffici.
    
    Quel giorno indossava una gonna con una strana fantasia piuttosto corta, un dolcevita color oro, e degli stivaletti con il tacco neri in tessuto che sembravano un tutt'uno con il collant nero coprente che aveva scelto per quella mattina.
    
    Un paio di ore dopo pranzo, lui l'aveva convocata nel suo ufficio. Le aveva dato un ordine particolare che lei aveva eseguito alla perfezione, prima di recarsi da lui. Quando era entrata Vladimir era al telefono e senza smettere di parlare e di squadrarla da capo a piedi, le aveva indicato la seggiola davanti alla sua scrivania. Terminata la conversazione aveva premuto il pulsante per non essere disturbato e le aveva chiesto come stesse.
    
    “Bene. E tu?”.
    
    Era la prima volta che si parlavano dopo alla nottata al termine della quale lei se n'era andata lasciandolo dormiente in albergo.
    
    “Adesso che ti vedo decisamente meglio. Sei molto bella anche oggi, complimenti”.
    
    “Grazie”, gli aveva risposto, quasi intimidita e lusingata da quel complimento.
    
    Quando quella sera, nuovamente demolita, pensò a quel pomeriggio si chiese se fosse giusto, se le piacesse veramente e dove l'avrebbe condotta quella storia con Vladimir. Si chiese se qualcuno sospettasse qualcosa del loro ...
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