1. Serial sucker - 1


    Data: 04/03/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    La prima volta che successe, nessuno ne seppe niente, a parte il diretto interessato; infatti, quando Alvise si svegliò nel cuore della notte su quella panchina nel parco, era talmente rintronato, da guardarsi attorno senza neanche rendersi conto di dove si trovava. Poi realizzò che era notte fonda, realizzò di essere seduto su una panchina nel parco… che diavolo ci faceva lì a quell’ora? D’un tratto realizzò di non indossare niente, sotto.
    
    “Dove sono i miei jeans?”, gemette, tastando attorno sul piano della panchina.
    
    Per fortuna i jeans erano lì, un monticello informe sul ghiaino del vialetto. Alvise li raccolse, fece per rimetterseli… poi si ricordò delle mutande… le cercò per terra, sotto la panchina, intorno fin dove riusciva ad arrivare con la vista nella cupa penombra. I suoi slip non si vedevano da nessuna parte.
    
    Si alzò per cercare meglio, ma dovette appoggiarsi alla spalliera della panchina: gli tremavano le gambe e d’un tratto si rese conto del senso di spossatezza quasi dolorosa all’inguine: si toccò l’uccello, era viscido e dal taglietto gli colava fuori una goccia di siero denso. Ma cosa diavolo era successo?
    
    Le sue mutande non si vedevano da nessuna parte; senza rimettersi i pantaloni, crollò nuovamente a sedere sopra la panchina. Scrollò la testa come a snebbiarsela. Brandelli di ricordi gli si affacciarono confusi nella memoria… Era stato a casa della sua ragazza… sì… era stato a casa della sua ragazza… Marcella… Forse avevano scopato… forse… Poi, ...
    ... tornando, aveva deciso di attraversare il parco per accorciare la strada… Cos’era successo? Qualcuno gli si era avvicinato… sì, un giovane gli si era avvicinato, uscendo dal buio; gli aveva chiesto una sigaretta, e lui… lui gli aveva risposto: “Mi spiace non ne ho.” E quello… quello gli aveva passato una mano in mezzo alle gambe… e gli aveva detto: “Questo ce l’hai, però.” E lui non aveva fatto in tempo neanche a reagire perché… Il buio più assoluto! “Oddio, mi ha violentato!” si disse Alvise con un gemito e si toccò dietro: ma no, l’ano era asciutto e integro. Davanti, invece, si sentiva adesso tutto indolenzito… come quella volta che per scommessa si era fatto cinque seghe di seguito, cinque sborrate una dopo l’altra. “Me l’ha succhiato?...ma… ma che senso ha? – si chiese sbalordito – e chi è sto matto, che va in giro a tramortire la gente e poi la sbocchina?”
    
    La faccenda gli apparve adesso sotto una luce diversa, un po’ meno traumatica: certo in un modo o nell’altro, sempre di uno stupro si era trattato, ma c’è stupro e stupro… almeno il culo non gliel’avevano rotto! Era ancora un uomo. E adesso? Andare dai carabinieri a sporgere denuncia? e di cosa, del furto di una mutanda e di un pompino? Per carità! Avrebbe fatto ridere tutti i polli da qui alla luna.
    
    Alvise si rivestì e si avviò verso casa con passo malfermo.
    
    La seconda volta le cose andarono diversamente.
    
    Rudy si svegliò anche lui disteso su una panchina dello stesso parco, senza pantaloni, senza mutande, ...
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